Ieri sera ho passato una bellissima serata: la splendida nipote, che è intervenuta due anni fa sul blog a proposito del concorso, passava per Roma alla volta di Dublino dove va a trovare un altro giovane cugino. Ce l’ha fatta, ha vinto il concorso e sarà chiamata in Toscana, non sa ancora in quale provincia.
Anche il marito insegna, ovviamente precario, biologo marino con quattro anni di esperienza di ricerca, si è convertito all’insegnamento prima per necessità ora con entusiasmo e convinzione. La splendida nipote e il giovane marito si sono adattati a lavorare nel sostegno ed io mi sono divertito a fare il vecchio cinico che ha mille riserve sulle scelte che ultimamente si stanno facendo in questo campo. Rintuzzavano il mio cinismo da vecchio con considerazioni specifiche e competenti, come se dovessero convincere un collega riottoso e poco disponibile a collaborare per aiutare ragazzi che non ce la fanno o non ce la possono fare. Quanto più andavamo avanti in questo gioco delle parti tanto più mi si allargava il cuore di felicità a vedere la splendida bellezza di questa coppia serena, determinata, forte, fiduciosa, generosa.
Nessuna lamentela, nessuna imprecazione solo a un certo punto una orgogliosa puntualizzazione sulle difficoltà che hanno trovato lungo il percorso che faticosamente li ha portati a questo esito. Sai zio, non è stato facile, per fortuna abbiamo avuto i nostri genitori che ci hanno sempre incoraggiato a fare quello che desideravamo, ed io volevo insegnare da quando andavo al Liceo.
Siamo andati avanti fino a mezzanotte a parlare e la splendida nipote con tenerezza accarezzava la sua pancia rotondetta di quattro mesi di gestazione di un nuovo figlio, che hanno desiderato ora che Pietro ha tre anni. Questa creatura arriva che ancora non si sa bene dove lavoreranno i genitori, c’è un mutuo da pagare, la casa è già stretta. Ma la tenerezza delle carezze della giovane madre, gli sguardi premurosi del giovane padre promettono bene.
Sciolta la piacevole serata, mi sono addormentato pensando che questi giovani trentenni che ci sono figli meritano non solo il nostro amore di genitori sessantenni ma anche il rispetto: rispetto per il valore adulto che sanno esprimere inserendosi in un momento molto difficile e insicuro.
Trovo che i tentativi populisti di trasformarli tutti in pensionati precoci con fantomatici redditi di cittadinanza o oboli da 80 euro siano offensivi per una generazione di giovani forti e capaci.
Categorie:Riflessioni personali
Bene. Notizie che sono un balsamo, dopo le tante tristi. Danno un po’ di speranza.
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Riporto anche qui il bel commento lasciato da Anna su G+
Hai ragione caro Raimondo. Io mi trovo da una settimana a Bilbao. Sai quanto io ami ” el País vasco”, dove il popolo ha fierezza e tradizione ed ha saputo distaccarsi dall’ETA, ora ancora di più! (domenica l’ETA ha fatto pervenire ad un giornale un suo comunicato “ambiguo” ed i baschi ieri stesso hanno messo alle finestre le bandiere basche e non quelle “abituali” che usa l’ETA).
Son qui a seguire mia figlia “piccola” che cerca casa x l’Erasmus, da settembre. Si impegna, scalpita x i prezzi (questa è la parte ricca della Spagna!), non cede a tentazioni materne di visitar Musei, Mostre, negozi, monumenti e chiese….eppure sono tutte ghiottonerie per chi come lei ama l’arte e la modernità. Qui c’è di che sguazzare! Ma con i suoi 20 anni ha capito (molto prima dei fratelli maggiori) che nessuno ti regala niente e che se mamma ha speso così tanto x questa….”vacanzetta” (cui non è che tenessi molto, en effet!) è bene che ora sia lei ad attivarsi, girare da sola, usare bus e metro, fare una giusta cernita tra le molte e care “habitaciones”(stAnZe!) proposte un po’ ovunque. Non sono particolarmente orgogliosa di M., tanti nostri studenti se la sudano molto più di lei, ma sentendola parlare con la sua Tutor basca nel Campus Universitario fuori città, ho apprezzato che ribadisse che lei VUOLE FARE LA FINE DEI SUOI STUDI IN ITALIA (laurea magistrale e Master vari) PERCHÉ…..PERCHÉ CI CREDE!
Le ho poi chiesto se fosse per non lasciare la sua casa al centro di Roma, la sua città, il suo “amore”, gli amici, il suo ballo ed i suoi sport. Mi ha detto che crede nella possibilità futura di LAVORARE IN ITALIA, saprebbe già quale specializzazione intraprendere e nel contempo vorrebbe comunque poter sempre esercitare le lingue per brevi periodi all’estero.
Resto perplessa…..è un’illusa? È solo tutta “fanciullino”pascoliano? È una bolla d’aria che poi al primo impatto si sgonfierà?
Non so. Non voglio crederlo perché già a 12 anni disse che voleva frequentare l’artistico (dopo 2 generazioni di “mamianini”!!) e c’è riuscita in modo ottimale. Credo che, come molti miei alunni, caro Raimondo, come tanti figli di amici, come una gran parte di giovani positivi e propositivi, si stiano lasciando alle spalle il nostro (parlo x me!) abbattimento, depressione, stanchezza, crudezza, RASSEGNAZIONE, e stiano spiccando il volo come il gabbiano Livingstone!…..ne faranno di giravolte prima di librarsi oltre le nuvole basse e oscuranti, ma al di là c’è sicuramente il chiarore solare e lo splendore della notte stellata.
Auguri alla splendida nipote-con-pancione, al coraggioso marito e a tutta l’allegra famigliola che s’incammina (mi auguro come Marta) verso alte cime: non di guadagno facile, non di arrivismo monetario, non di leadership professionale, ma verso vette maestose di cultura, altruismo, capacità personali, dono di sé agli altri, abilità peculiari, interiorità feconda, rapporti interpersonali arricchenti e grande PASSIONE NEL PROPRIO LAVORO.
Qualcuno di noi ex-giovani c’è riuscito eh….? Ed ora ce la godiamo in serena ARMONIA con il mondo.
Grazie del tuo bellissimo resoconto familiare che hai saputo far diventare un articolo sulla realtà di alcuni “nuovi” giovani.
Ti leggo ed imparo!
Ti leggo e ne traggo spunti. Sei una inesauribile fonte di riflessione. Ahò non è che mo’ la “tua” ex vice D.S. se monta la testa col frisé? Ah ah ah ;-)
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Zio! Lo sai che in gravidanza si è deboli nel fisico e facili alla commozione… quindi mi hai fatto davvero commuovere! Inutile dirti che la serata è stata molto bella anche per noi e che ci siamo sentiti amorevolmente accolti e coccolati!
Non abbiamo letto cinismo nelle tue parole, perché non siamo così convinti della nostra preparazione da non considerare ORO e fonte di ispirazione l’esperienza di chi ci ha preceduto e di chi, in particolare come te, può dare un punto di vista “dall’alto”. Siamo felici di averti dato una bella impressione, ma allo stesso tempo non ci sentiamo casi eccezionali. Le giovani leve, non solo quelle della nostra generazione, ma anche di quelle successive (vedi le vicissitudini della collega Anna e della sua figlia piena di voglia di fare) sono determinate e sono forti di uno spirito comunitario che guarda al bene politico intra ed extra moenia. A Dublino abbiamo avuto il piacere di scambiare due parole con colleghe di Daniele provenienti da Bari. Due ragazze davvero in gamba: piene di sogni e di progetti lavorativi e personali, disposte al sacrificio, preparate. Delle vere donne moderne, così mi è parso!
In aggiunta, condivido pienamente la tua chiusa sull’ideologia populista che aleggia sopra i nostri salari. Anche noi pensiamo che essi siano del tutto inadeguati a dare valore al nostro lavoro e che siano in parte responsabili delle discrasie e delle crisi identitarie nella professione docente.
Zio, parlare con te mi ha portato molto bene in quest’ultimo anno. Spero che la storia di questo buon influsso si prolunghi nel tempo come l’azione del lievito madre presente nel pane che ci hai fatto gustare! Una vera delizia! Chissà se la confraternita dei panificatori da cui lo hai avuto in eredità non abbia troppo a male il tramandarlo verso l’Adriatico quel tanto che basta per farlo rivivere nella nostra pizza marchigiana???? Oppure “me ne porti ‘mpezzo quando ritorni a Jesi?” (suona più genuino!)…
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Non mancherò, si diceva una volta. Grazie a voi, le vostre vicende sono un dolce balsamo, come dice Principotta nel primo commento di questo post.
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