Il nostro munifico Mattia il gradasso si presenta con un nuovo bonus, un assegnetto di 2 miliardi per risarcire una parte di coloro che non hanno avuto le rivalutazioni della pensione al costo della vita per effetto della legge Fornero, dichiarata incostituzionale per questa specifica parte.
Tralascio di commentare le vili argomentazioni addotte per la parzialità del rimborso, si sarebbe dovuto ridurre i servizi all’infanzia e ai bisognosi.
La cosa più grave è che Mattia il gradasso ostenta una sprezzante irriverenza per l’alta corte, per la legge e per la Costituzione. Forse è bene ricordare i termini della faccenda. La Corte ha bocciato la legge perché tratta in modo diverso i cittadini, chi ha un reddito da pensione non gode del recupero dell’inflazione mentre i redditi da lavoro godono di questa provvidenza. La corte osserva che le pensioni e gli stessi vitalizi sono redditi da lavoro differito e pertanto devono essere trattati allo stesso modo, la scala mobile per tutti o per nessuno. Mattia non legge la sentenza e continua nell’errore allargando semplicemente la platea dei beneficiati ed escludendo i cosiddetti pensionati d’oro che sono di meno e quindi elettoralmente irrilevanti. Quindi anche questo provvedimento sarà giudicato tra qualche anno incostituzionale.
Se Mattia fosse un politico di vaglia, un uomo di Stato si doveva presentare al popolo e dire che prima o poi la sentenza sarebbe stata rispettata integralmente che ci si doveva pensare al come, sulla base di dati chiari magari l’anno prossimo. Saremmo stati tutti più rassicurati e positivi, forse avremmo continuato a spendere e ad investire, ad alimentare quel circolo ‘virtuoso’ dei consumi tanto caro al renzismo. Così alcuni milioni di pensionati si sentono presi in giro e defraudati da qualcosa che neppure sapevano di avere, sì perché molti di noi se ne erano fatta una ragione e non avevano immediato bisogno di questo bonus risarcitorio mentre sono molto più sensibili alla questione degli equilibri finanziari, alla tenuta dello spread, alla pace sociale. Tutte cose che sono garantite dalla maestà della legge e dal rispetto delle regole. Ma Mattia il gradasso e i suoi fedeli non capiscono questo aspetto caro a chi ha già vissuto 3 o 4 crisi economiche quasi epocali.
Nel frattempo la questione è in mano alla superficiale propaganda giornalistica che si pasce del terrore della catastrofe.
Tutti contro tutti, niente di meglio dell’argomento pensioni, vecchiacci ricchi e nullafacenti, giovani disperati senza lavoro. Pensioni d’annata, pensioni speciali, vitalizi, vitalizi politici, indennità varie, cumuli e reversibilità. Un ginepraio succulento per chi deve confondere il popolino ignorante.
Ad esempio ieri sera la sindacalista Cantone affermava senza essere smentita che lo Stato non aveva pagato i contributi. Blasfemia! Come è possibile che lo Stato non rispetti le leggi? La cosa è piuttosto ovvia, fino alla unificazione dell’INPDAP con l’INPS i contributi prelevati sulle retribuzioni erano di fatto della partite di giro che si traducevano automaticamente in pensioni per i dipendenti in quiescenza. In pratica un dipendente statale di ruolo rimane dipendente e percettore di una rendita vitalizia fino alla morte. Gradualmente con numerose leggi e finanziarie il rapporto di lavoro con lo Stato ha assunto connotazioni privatistiche arrivando poi alla scelta del 2011 di avere una solo ente previdenziale per cui lo statale è diventato un pensionato come tutti gli altri. E lo Stato ora liquida i contributi all’INPS come qualunque altro datore di lavoro.
Se Mattia fosse un serio uomo di governo si sarebbe chiesto come fare ad evitare in futuro situazioni simili. Una legge viene annullata dopo 4 anni con effetti esplosivi e con danni gravissimi ai delicati equilibri della finanza pubblica. Si sa i giudici sono irresponsabili e non devono porsi il problema degli effetti delle loro decisioni. Naturalmente vedrete che nei prossimi giorni verrà tirata fuori anche questa argomentazione per riprendere il discorso sui giudici da riformare.
Ma, sarebbe coartare la sovranità dell’ordine giudiziario e violare l’indipendenza dei giudici prevedere che i giudizi di costituzionalità di una legge debbano essere tempestivi, ad esempio entro un anno dall’entrata in vigore? occorre aspettare decenni perché un legge denominata dal suo estensore porcellum venga cancellata? si può consentire che vengano accumulati crediti immani solo perché il giudizio si trascina per settimane o per anni? Nessuno ricorda che uno dei motivi principali per cui i padroni hanno in tutti i modi richiesto di abolire l’articolo 18 era che combinando il lungo lasso di tempo concesso al lavoratore per ricorrere (mi pare 2 anni) e la lunghezza delle procedure l’azienda subiva un immobilizzo di capitali e, successivamente, un danno piuttosto consistente. In questi casi era meglio fallire e aprire in altri paesi.
Ma le elezioni sono dopodomani, bisogna correre, firmare nuove cambiali tanto poi saranno pagate da altri.
Categorie:Economia e finanza, Politica
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