Sono in vacanza lontano da Roma ma non riesco a distaccarmi dai suoi problemi. Vorrei così condividere alcune riflessioni forse sconnesse che mi hanno svegliato in questi giorni.Che succederà?
Gli eventi di questi giorni, solo quelli che occupano la cronaca nazionale, sono sufficienti per capire che l’amministrazione comunale è in un vicolo cieco sull’orlo di un fallimento che potrebbe danneggiare tutto il movimento grillino nella sua scalata al potere nazionale. Come uscirne minimizzando i danni?
O Grillo è un cinico interessato solo ai proventi economici del suo blog o è un vecchio rancoroso che deve chiudere alcuni conti con la vita e con la fama non essendo mai stato incoronato come genio della satira e della comicità come è accaduto ad altri suoi coetanei che hanno avuto vero successo, oppure, se è quello che dice di essere, e cioè un cittadino animato da buone intenzioni, si dovrebbe rivoltare di notte nel letto chiedendosi come fare a neutralizzare i casini della Raggi. Come fare senza pagare le conseguenze di questo ennesimo errore di conduzione politica del suo movimento? Scomunica la Raggi ma rischia un nuovo caso Pizzarotti oppure la benedice e si tiene però questa palla al piede che non ne imbrocca una. Lui ha mandato dal Nord i migliori, gente abbastanza competente, simpatizzanti del movimento e disponibili ad impegnarsi ma dopo pochi mesi di collaborazione con la Raggi questi gettano la spugna e se ne vanno con accuse piuttosto scomode. Che fare?
Il caso dell’assessore Manzillo che prima spara una bordata contro la Raggi e poi ritratta ed accetta umilmente un ridimensionamento della sue deleghe rivela forse una strategia che abilmente stanno mettendo a punto: puntare al commissariamento dell’amministrazione alla fine di settembre per squilibri di bilancio non sanati correttamente nel consolidamento.
Sarebbe la soluzione ideale per mandare a casa la Raggi, fare la parte della vittime e ripresentarsi come tali sia al comune sia alle regione. La corrente della Lombardi, alla quale appartiene anche De Vito e che ha un più esteso radicamento elettorale nelle periferie proletarie della capitale, avrebbe buone probabilità di neutralizzare la brutta figura dell’amministrazione attuale che appare ai più troppo pariolina e troppo compromessa con le strutture di potere che risalgono ad Alemanno.
Fantasie agostane con qualche fondo dì plausibilità. Non si spiega perché stiano accumulando tante brutte figure nella gestione delle partecipate che oltre a scontentare i cittadini (scontento tutto indirizzato contro le vecchie amministrazioni di destra e di sinistra) provocano danni economici che potrebbero squilibrare definitivamente il bilancio comunale.
Movimento o setta?
Gli ultimi eventi del Campidoglio dimostrano che non ha vinto un movimento ma una setta organizzata per la presa del potere. In più di un anno con mille situazioni difficili e delicate, tante decisioni radicali e gravide di conseguenze per il futuro, il movimento dei grillini romani è come se si fosse liquefatto, la piazza, la partecipazione diretta, la mobilitazione, la discussione collettiva che dovrebbero essere la sostanza e la vita di un vero movimento hanno lasciato il passo alle decisioni prese da pochi nelle segrete stanze dell’hotel Forum, ai dictat dei veri padroni della struttura organizzativa che ormai coincide con una piattaforma web privata e con l’attività di fastidiosi commentatori nei social. La maestrina che ha preso il potere sempre più spesso reagisce gridando ai suoi ‘ora basta qui si fa come dico io e sappiate che la legge mi consente di decidere senza dovervi consultare e senza passare ore a discutere’.
La natura settaria del ‘movimento’ appare evidente proprio con la formalizzazione della piattaforma Rousseau: per partecipare, per votare, per scegliere bisogna essere interni, essere iscritti da tempo. I nuovi, i convertiti, i ritardatari hanno un accesso differenziato e dovranno fare una trafila per accreditarsi ed accedere così in pienezza alla setta. Intendiamoci, è giusto che sia così visto che gli opportunisti assetati di potere e di soldi sono sempre dietro l’angolo e che una certa ‘purezza’ è richiesta per chi deve purificare la vita pubblica, ma mentre si punta ad aumentare i voti non si fa nulla per estendere la partepazione attiva al movimento. Poco male si stanno condannando alla irrilevanza se non fosse che le altre forze fanno di peggio e quindi anche il settarismo, pur minoritario per definizione, potrebbe arrivare alla conquista del potere come è accaduto a Roma.
Frescacce
Nel clima convulso di un prefallimento si veicolano senza paura di smentita balle che sono assunte come verità indiscutibili. Una di queste è che le aziende che sono in deficit sono mal gestite. Così si diffondono i dati sui ricavi e i costi dell’Atac. Ci si scandalizza che dai biglietti si ricavi così poco e che il comune debba ripianare il deficit con fondi suoi. Anche se Atac fosse stata e fosse gestita correttamente, anche se i dipendenti aumentassero il loro impegno e la loro produttività, anche se si tagliassero i compensi per i dirigenti sarebbe fisiologico che una azienda che offre un servizio pubblico debba essere finanziata con fondi pubblici. Anche se io cittadino che mi muovo poco prendessi il mezzo pubblico raramente ho a disposizione sempre quel servizio ed è giusto che contribuisca con il pagamento delle imposte. Ovviamente sarebbe utile sapere l’incidenza del contributo pubblico nelle varie municipalizzate in giro per l’Italia. Ma l’occasione per capire e sapere è sciupata dalla veemenza delle polemiche e dalla sciatteria con cui vengono confezionati i dibattiti televisivi sull’argomento, lasciamo stare il livello risibile dei dibattiti sulla rete.
da leggere un articolo molto utile a capire http://www.diarioromano.it/atac-cosa-voleva-fare-rota-e-perche-il-m5s-non-era-daccordo/
Categorie:CinqueStelle, Politica
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