Chi mi legge su questo blog, chi mi conosce direttamente sa che la mia convinzione profonda è che una delle debolezze del nostro sistema educativo e della nostra società è l’affievolirsi della figura del padre sia nelle singole famiglie sia nelle comunità più vaste sia nelle istituzioni pubbliche. La stessa identità maschile vacilla senza figure di riferimento paterne sufficientemente forti e rassicuranti. Lo scrivevo già quattro anni fa nel post La mancanza di un padre.
Allora, in quel post, avevo fatto una apertura di credito a favore di Grillo che con la sua irruenza sembrava impersonare un nuovo leader ‘paterno’ per una moltitudine impaurita e dispersa. Era un espediente retorico il mio, non ci ho mai creduto ma la speranza è sempre meglio coltivarla. Quattro anni dopo riflettendo sulla esperienza della Raggi a Roma e su la mentalità grillina che si è diffusa e radicata pervasivamente in tutte le classi sociali mi accingevo a scrivere un post dal titolo ‘la colpa è di papà’. Quel poco che rimane di immagine collettiva della figura paterna dell’autorità, delle istituzioni formali che ci sovrastano e ci governano, è rapidamente diventata una specie di puntaspilli, un grumo indistinto a cui far risalire ogni responsabilità per le cose che non funzionano. Dopo più di un anno di governo in cui la Raggi non ha fatto altro che cambiare assessori e bloccare tutto lasciando la città alla deriva funziona ancora anche per gente intelligente e colta lo scaricabarile: sì ma in fondo la colpa è di quelli che c’erano prima, il compito è immane occorre aspettare, Virginia è una vittima, poverina. La colpa è del governo, la colpa è del sindaco, la colpa è dei professori, la colpa è del preside, la colpa è dei medici, la colpa è dei manager, la colpa è dei politici, la colpa è delle banche … l’elenco può continuare all’infinito … il significato comune è ‘la responsabilità non è mia’.
In quel post che non ho scritto volevo sottolineare proprio che la promessa di un nuovo padre che il M5S ha per una breve stagione incarnato si è dissolta con la morte di Casaleggio padre e con l’elezione di figure di giovani scapoli incalliti e poco identificati professionalmente e socialmente da poter essere solo compagnoni simpatici e rassicuranti. Lo stesso Renzi, che ha una bella famiglia, si presenta troppo spesso come il giovanotto spigliato e scamiciato con il corpo in bella mostra e che dopo le ultime sconfitte elettorali è una figura perdente e poco rassicurante. Un figura di giovane padre, quella che forse corrisponde al mio idealtipo, l’abbiamo mandato in esilio a Parigi e ce la teniamo come riserva per tempi peggiori.
Ma poi qualche giorno fa mi sono imbattuto nella pubblicità di Buondì Motta. Sono ormai così abituato a vedere di tutto in televisione per cui il trasalimento e la meraviglia è cosa rara, ma in questo caso, complice la cattiva recitazione della bambina che chiede alla mamma una prima colazione particolarmente buona in uno splendido giardino sono trasalito. La mamma nega la possibilità di esaudire la sua richiesta ‘Una colazione così non esiste, possa un asteroide colpirmi se esiste’. Istantaneamente un asteroide annienta la mamma in un nuvola di fuoco.
Sì i miei post che avevo in mente sono proprio superati. Se la pubblicità ammazza le madri, se le madri dicono bugie, se è così facile beccarsi un asteroide in testa la situazione è veramente grave e non ci sono più parole. Le persone a cui ho chiesto avevano visto lo spot ma non erano rimaste colpite, lo ricordavano sommariamente, lo spot non aveva provocato un rifiuto e una qualche forma di diffidenza. Segno che lo spot non imbarazza perché tutto sommato dice ciò che pensiamo: le mamme ci tradiscono, le mamme possono morire, il pericolo è imminente e grave.
Categorie:Riflessioni personali, Social e massmedia
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