Forse dovrei aggiungere qualche altra riflessione al post precedente.
Niente rivoluzione ma terremoto sì, le elezioni sono state un terremoto e come tutti i terremoti non hanno rivoluzionato le città e le campagne ma hanno qua e là distrutto e provocato in ogni dove crepe, piccole e grandi lesioni.
Anche tra i vincitori ci sono le crepe causate da esiti imprevisti, è vero per la coalizione di destra in cui Salvini scavalca FI e destabilizza gli equilibri berlusconiani,
Nel M5S la scommessa su un leader unico con pieni poteri ha prodotto vari punti di vantaggio alle elezioni ma ora occorre fare i conti con la gestione del successo, gestire una fase in cui il potere è a portata di mano ma tutto si gioca sul palcoscenico del teatro della politica in cui i burattinai non sono affatto teneri, vogliono risultati immediati, alla faccia di ciò che si attendono i poveracci che sperano nei fondi per la povertà. Oggi Giggino ha cambiato tono nelle interviste per il TG, anche per la inflessione partenopea mi ha ricordato tanto certi politici democristiani di 30 anni fa. Insomma chi è stato proprio furbo e ha visto lontano è stato Dibba che si è preso un anno sabbatico in America con una discreta provvigione della Mondadori (Berlusconi) per un suo nuovo libro. Pronto a tornare se Giggino fallisse.
Le crepe nel PD sono lesioni gravi che arrivano fino alle fondamenta, non sanno a quale ditta affidare i lavori di ricostruzione, se conviene abbattere e ricostruire o tentare di investire su un recupero.
Anche nelle istituzioni che hanno resistito perché più lontane dall’epicentro ci sono crepe che allentano le connessioni, gli architravi, le travi e personaggi nuovi che sinora erano in seconda o terza fila si fanno avanti gradualmente e diffondono nuovi paradigmi, nuove analisi, nuovi equilibri.
Come dicevo nel precedente post c’è in atto un cambiamento di linguaggio, vi sembra poco? E’ tantissimo perché gli strumenti per veicolare nuove convinzioni e nuove certezze sono ormai molto sofisticati ed efficienti e il popolo è sempre più duttile ed aperto a nuove visioni. I più radicalmente conservatori sono rottamati dalla anagrafe che è impietosa e la demografia disegna rapidamente una nuova Italia non esattamente uguale a quella desiderata da uno dei vincitori delle elezioni.
Anche il Presidente si muove in modo nuovo, in passato di fronte a uno stallo come quello attuale in cui nessuno si presenta con una ipotesi di maggioranza veniva dato un incarico esplorativo ad una personalità super partes in genere il presidente del Senato ma questa volta la lottizzazione così spinta delle due alte cariche dello Stato impedisce questa soluzione e così si lascia che i due galli cedroni continuino la baruffa di fronte ai media su chi abbia diritto ad sedersi a palazzo Chigi.
Anche i solenni riti quirinalizi mostrano qualche incrinatura, speriamo che sia solo una mia esagerazione.
Categorie:Politica
Rispondi