Lavarsi le mani frequentemente e stare a distanza di sicurezza dagli altri sembrano essere due precauzioni utili per rallentare la diffusione del coronavirus. Cose semplici che però hanno delle implicazioni piuttosto severe per la nostra convivenza: non poter dare la mano per salutare, evitare baci ed abbracci, diffidare dei luoghi pubblici affollati, chiudere stadi, scuole, palestre per evitare gli assembramenti sono scelte pesanti perché non solo scuotono il sistema complesso delle nostre città ma cambiano nel profondo il nostro modo di convivere con gli altri.

Insistere su queste precauzioni significa alimentare inutilmente una psicosi controproducente oppure è l’unica strada percorribile se non si vuole o non si può assumere scelte più drastiche e dure come in parte è successo in Cina?
Sarebbe utile capire meglio il meccanismo del contagio: si sa che avviene attraverso l’aerosol espulso da un contagiato che rimane nell’aria che respiriamo (esempio metropolitana) o che si appiccica ad una superficie metallica (maniglie e corrimano) e che potremmo toccare con le mani che poi inavvertitamente ci portiamo al viso (bocca, naso e occhi). Anche gli abiti potrebbero contaminarsi e il virus rimane attivo per un po’ di tempo, forse qualche ora, finché la gocciolina microscopica di liquido non si è del tutto asciugata. Insomma meglio non incontrare un infettato. La notizia preoccupante è che sembra che nelle fasi iniziali della malattia il raffreddore non sia così violento e riconoscibile come accade ad esempio a chi soffre di allergia ai pollini. Sembra inoltre che l’aerosol noi lo espelliamo anche quando parliamo per cui la trasmissione potrebbe essere del tutto silente e non individuabile.
Mentre scrivo vedo che il governo ha deciso di chiudere le scuole per 15 giorni, segno che la situazione è più seria di quanto la gente pensi.
Se scrivo questo post è anche perché nel giro delle mie conoscenze ed amicizie prevale una forma di cinico scetticismo e di sfiducia nelle autorità che fa effettivamente temere il peggio. Inutile, direte voi, caro Bolletta ti ostini a pensare che la ragionevolezza serva, tempo perso.
Io sono l’amministratore del mio condominio e leggevo qualche giorno fa un post che irrideva l’iniziativa di un altro amministratore che ricordava con un cartello nella cabina dell’ascensore alcune precauzioni per il coronavirus. Ci ho pensato molto ma alla fine scriverà ai miei vicini la seguente lettera.
Precauzioni contro la diffusione del coronavirus.
Fortunatamente ancora sembra che il virus non sia arrivato vicino alle nostre case. Tuttavia è bene allenarsi ad attuare quanto potrà, se necessario, difenderci dal contagio e ritardarne la diffusione.
Un servizio comune condominiale che potrebbe essere fonte di contagio è l’ascensore e il corrimano delle scale.
Sembra certo che la fonte più frequente di scambio del virus siano proprio le mani che dopo essersi contaminate all’esterno, mezzo pubblico, ufficio, bar, negozio possono contaminare le maniglie dell’ascensore.
Questo vuol dire che anche se usciamo di casa per ritirare la posta e prendiamo l’ascensore al rientro in casa sarà bene lavarci le mani con il sapone.
La stessa precauzione va presa se usando le scale ci appoggiamo al passamano.
Ovviamente è bene, per rispettare la regola della distanza di due metri, evitare di prendere l’ascensore con persone a noi estranee, nella cabina la contaminazione dell’aria sarebbe certa.
Categorie:Coronavirus, Vaccini
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