



In questa tragica storia dell’epidemia la nostra attenzione è ora centrata sugli incrementi giornalieri nella speranza di osservare una inversione di tendenza.
Nei grafici i valori rilevati sono disposti in modo un po’ disordinato, non stanno su una precisa curva continua ma comunque suggeriscono un andamento prevalente. Queste perturbazioni sono dovute al sistema di conteggio e soprattutto alla modalità di raccolta dei dati stessi, basta che un ospedale non spedisca in tempo il suo resoconto che quei dati sono sottratti al rendiconto di quel giorno e sono sommati a quello del giorno successivo. Come ho detto più volte i dati reali, quelli empirici, rappresentano la realtà ma sono affetti da errori, talvolta sistematici, ma sempre anche casuali.
Abbiamo necessità di costruire un modello, capire come vanno le cose e possibilmente prevedere come andranno le cose nei giorni a venire. La matematica ci aiuta calcolando i parametri di una curva a nostra scelta che approssima meglio la nuvola di punti che abbiamo sul grafico. Potrebbe essere una retta se sappiamo che gli incrementi sono costanti o quasi costanti, potrebbe essere esponenziale. Il foglio elettronico che sto usando consente di scegliere varie forme della curva teorica che desidero individuare. Se dalla nuvola intravvedo una certa sinuosità, mi attendo che ci siano dei massimi e delle inversioni di tendenza, una curva adatta allo scopo potrebbe essere un polinomio di secondo grado, cioè una parabola, uno di terzo grado cioè una cubica o uno di quarto grado.
Ho lavorato un po’ sui dati di ieri, raccolti fino al 26 marzo. La curva che si adattava meglio a rappresentare l’andamento dei dati era un polinomio di 4° grado che suggeriva un probabile picco massimo. Si veda la figura 3 e la figura 4. Ho pubblicato subito questi grafici con la speranza che questa ipotesi fosse confermata dai dati di oggi.
Purtroppo aggiungendo i dati di oggi la curva che interpola meglio i dati continua ad essere un polinomio di 4 grado ma ha una forma diversa che torna ad inquietarci.
Nella figura 1 il balzo dei decessi rilevati oggi raddrizza la curva che torna crescente mentre nella figura 2 rimane valida l’ipotesi che un massimo sia stato raggiunto e che cominci la discesa. I due andamenti sono compatibili: occorre ricordare che il numero dei contagiati emergono da contagi accaduti circa 8 giorni fa (periodo di incubazione) mentre i decessi avvengono per contagi di 15 o 20 giorni fa. Questo vorrebbe dire che, se fosse confermato con i dati dei prossimi giorni che il picco massimo dei contagiati con sintomi è stato raggiunto, analogo picco nei decessi si potrà osservare un decina di giorni dopo. Se ciò fosse prepariamoci all’ulteriore incremento dei decessi giornalieri.
La strada è lunga e terribile ma ricordiamo che il nostro impegno a non diffondere il contagio e a combattere la crescita esponenziale sta avendo un effetto grandissimo se compariamo i decessi effettivi con quelli che avremmo avuto se non avessimo fatto niente.

Categorie:Coronavirus
Ciao Raimondo, immagino tu sappia che molti colleghi fisici stanno “giocando” con i dati. Con l’ovvia speranza di vedere un inversione. Ti segnalo l’analisi di Luca Foresti con i comuni lombardi e pubblicata dal corriere che dimostra che i dati sono sballati. Almeno per parte della regione cosa che riduce l’affidabilità di qualsivoglia analisi
Ne parliamo? Se vuoi possiamo farci un aperitivo virtuale e includiamo anche babbo…
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Caro Federico, ovviamente mi sono documentato e ho letto molte cose in giro. Di Foresti non ho letto l’articolo ma ascoltato l’intervista resa a Tgcom24. E’ chiarissimo e rinforza la mia impostazione del discorso. Sin dall’inizio ho buttato là senza esagerare il fatto che gli infetti in giro sono molto di più di quello che risulta dal conteggio dei positivi con sintomi. La mia preoccupazione nel gestire questo strumento virale (il blog in questi ultimi giorni sta macinando un totale di 2000 contatti) è di non diffondere false speranza, di non aumentare il panico o la disperazione ma di contribuire all’approccio razionale e scientifico al problema. Non dimentico di essere stato un educatore. Un abbraccio forte a te e alla tua famiglia. Ho sentito il babbo poco fa, è una roccia di cui ammiro la splendida intelligenza e la immensa cultura
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