Ieri era un sabato luminoso di ottobre, voglia di uscire a fare due passi fino a villa Pamphili, una passeggiata ripetuta mille volte in questi anni. Camminando osservo e penso, spesso per scrivere questi pezzi del mio blog, molto spesso abortiti per pigrizia. Pochissima gente in giro, il silenzio delle mattinate sonnacchiose. Nella piazzetta risuona però una telefonata fatta ad alta voce da un giovane, un quasi trentenne, che si lamenta con qualcuno: ah zì, ma io le medicine non le voglio, quelle fanno male preferisco le vitamine, l’altro al telefono forse lo invita a parlarne con il medico, ah zì ma che vuoi che ce capisce quello … l’altro forse gli dice: ma allora non stai veramente male … no no zì credeme io sto male e ciò i sintomi ma de quelli nun me fido … Il tempo di attraversare la piazzetta e non ho potuto ascoltare altro. Penso che non parlasse del Covid ma di qualche altro malanno … penso che questa rivolta no vax riguardi anche altri campi molto più estesi oltre all’epidemia, emergono pregiudizi e paure di una generazione di giovani viziati, impauriti ed indisciplinati, generazione che forse la nostra educazione e la nostra scuola hanno troppo vezzeggiato.

Una decina di passi e vedo altri due giovani che parlano accanto ad una bella moto ferma al bordo della strada. Li osservo meglio volendo forse assimilarli al primo giovane di cui avevo origliato la telefonata. No, sono più attempati, dai quaranta ai cinquanta uno con la barba brizzolata, molto elegante ma sportivo con una paio di occhiali ultima moda assai vistosi. L’altro mi dà le spalle e non ne posso osservare l’espressione. Ma sento questa frase che mi agghiaccia: sai, io in Calabria ho amici molto potenti … e lo dice con un tono rassicurante come se volesse convincere l’interlocutore a fare qualcosa insieme.
Proseguo la passeggiata e il mio umore è sotto zero, non mi consola ripensare agli ultimissimi dibattiti sul dopo elezioni, alle ultime notizie sulla improvvisa penuria di energia e al balletto dei prezzi, non mi consola osservare che a quell’ora del sabato mattina si vedono in giro solo vecchi come me o perditempo che chiacchierano seduti al bar trangugiando cornetti e cappuccini. Finché arrivato al semaforo di largo Carpegna, semaforo un po’ lungo perché regola almeno almeno tre flussi di macchine e autobus, osservo che ben sei biciclette passano in tempi diversi con il rosso, c’è poco traffico e nessuno si fa male ma le auto vanno veloci e a un certo punto una suona il clacson rabbiosamente. Sì ormai le regole sono un optional, concludo sconsolato, tutti si sentono padroni di fare quel che vogliono, nemmeno il semaforo gode di molto rispetto.
Ma il cammino è un lenitivo e la natura rimette in circolo pensieri positivi.
Nel tardo pomeriggio vedo su FB la notizia dell’assalto alla sede della CGIL. Dopo cena la cronaca in diretta dei disordini nelle strade del centro di Roma. Inutile dire che sono immagini che raggelano e fanno rivivere a noi anziani periodi oscuri che pensavamo ormai superati.
Premesso che gli squadristi fascisti che hanno assaltato la sede della CGIL non hanno alcuna giustificazione, la mia prima reazione emotiva alla notizia è stata: Landini se l’è cercata. Le sue posizione ondivaghe sulla gestione della pandemia hanno indebolito le istituzioni rafforzando un indistinto movimento trasversale in cui una forza organizzata politicamente come Forza Nuova e dintorni si è facilmente inserita. Qui trovate in un post dell’agosto scorso come la penso al riguardo.
Ma i motivi dello sconforto non finiscono qui, in fondo mi consolavo pensando che dappertutto dove è possibile manifestare liberamente ci sono stati eccessi e disordini, anche molte manifestazioni del passato dovevano dare la stessa impressione ai nostri vecchi. Sono rimasto però basito anche dalla conduzione delle due trasmissioni in diretta su questi fatti.
Su In onda Parenzo e Di Gregorio hanno mostrato la loro inadeguatezza a capire e commentare una situazione di estrema gravità: spettacolarizzare immagini che sono già prepotentemente vivide è un’impresa ardua se devi ospitare i commenti di Canfora, Cottarelli e D’aprile, se soprattuto si ha una certa difficoltà a pronunciare la parola fascista e fascismo. Allusioni, metafore, battute in una cronaca a più voci in cui l’allarmismo e lo sdegno si alternavano alla rassicurazione e all’alleggerimento. E per finire, e chiudere la trasmissione, Parenzo fa una battuta sulla scollatura della Di Gregorio, che vergogna!
A fine serata torno alle notizie sintonizzandomi su Rainews24: la trasmissione E’ già domani anticipa il commento dei titoli dei principali giornali con un giovane conduttore che intervista degli ospiti la cui presenza è concordata forse con alcuni giorni di anticipo. L’attuale redazione di Rainews 24 è formata da giovani assunti qualche anno fa, se non ricordo male, in coincidenza con l’avanzata del movimento 5 stelle. Non sono propriamente grillini ma sono cresciuti in un contesto culturale in cui la linea della Rai ha subìto molte svolte e per rimanere a galla occorreva fare un grosso esercizio di adattamento. Insomma in questi frangenti, in cui occorre scegliere con chiarezza la parte in cui schierarsi, emerge il disagio di chi deve orientare il dibattito. Ad esempio la giovanissima cronista in collegamento dall’ingresso della sede della CGIL usava più facilmente la parola squadristi violenti che fascisti.
In questa trasmissione era prevista come commentatrice Chiara Valerio, matematica e scrittrice, di cui non conosco le precedenti prese di posizione sulla questione dei vaccini e del Green pass, ma che con grande fervore dialettico, quasi alzando la voce, attacca il sistema educativo e mediatico perché avrebbero tolto ai cittadini la facoltà di esprimersi e di dialogare con la parola e che per questo la violenza fisica diventa l’unica forma di dialogo possibile tra gruppi che non la pensano allo stesso modo. Insomma una vera apologia di un reato collettivo grave che veniva in quelle ore commesso nelle piazze della capitale. La giornalista conduttrice, visibilmente in difficoltà per non sembrare scortese e forse anche intimidita dalla vis retorica delle argomentazioni della Valerio, passa la parola a Castelvecchio, professore spesso presente nella trasmissione, che abilmente e con molta competenza e cortesia fa capire che le evidenze dei fatti vanno colte e rispettate per quel che sono sia che si parli del vaccino e dei suoi effetti sia che si parli della situazione politica.
Questa giornata balorda finisce con la cronaca in diretta dell’arrivo di Landini a Corso Italia sede della CGIL. La cronista non dice come mai Landini arrivi così tardi, presumo perché sarà accorso da una città diversa da Roma, e continua ripetendo più volte che all’interno degli uffici gli squadristi hanno deturpato quadri di grande valore. Messaggio subliminale: Landini è un bradipo scansafatiche che si circonda di opere d’arte di grande valore, l’avevo sempre detto che il sindacato non sta dalla parte dei poveri e dei lavoratori. Forse bastava ricordare che Guttuso era una militante di sinistra e che, come altri artisti del tempo, contribuiva con le sue opere al sostegno del sindacato e del partito.
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