Chiacchiere al bar

Avevo immaginato Renzi alle prese con la stesura del programma con la messa a punto del discorso per la richiesta della fiducia in Parlamento. Una fase che per me è sempre stata ansiogena e che riuscivo a controllare con la preparazione di slide tutte le volte che dovevo parlare in pubblico, ad esempio al collegio dei docenti.

Quando ho visto che prima dell’inizio del discorso scartabellava una cartella piena di foglietti e fogliettini ho capito che stava per improvvisare che si sarebbe affidato alla sua abilità oratoria, alla retorica del piacione che finora lo aveva premiato. Immediatamente i commentatori televisivi hanno presentato la cosa come una delle tante novità positive del nuovo corso.

Senato - Fiducia governo Renzi

Dopo una formale ma poco credibile attestazione di rispetto per il luogo solenne in cui parlava, il Senato della Repubblica, per più di un’ora usa lo stesso tono, certamente più garbato e meno militaresco, di Mussolini nell’equivalente discorso di insediamento del suo governo. Sprezzante e ironico, tutto proteso a dimostrare alla gente che lo ascolta fuori dall’aula sorda e cupa occupata da politici da rottamare, che il nuovo era lui, che lui aveva la mano santa per salvare capra e cavoli.

Sembrava di sentire i discorsi che la gente al bar o negli spogliatoi delle palestre o sul tram tengono a voce alta per dire come risolverebbero in quattro e quattr’otto i problemi della società italiana. Un discorso che doveva animare la speranza e l’impegno era invece segnato dalla assunzione che questa è l’ultima spiaggia, l’ultima opportunità, se lui fallisse, fallirebbe l’Italia. Bel modo di dare speranza!

Questa mattina ha deciso di non ripetere il discorso alla Camera per non perdere tempo e fiato, i deputati ormai sapevano tutto. I giornalisti che ormai usano per Renzi il convertitore MF parlano di scelta irrituale. Alla faccia, è proprio mancanza di rispetto di chi, sentendosi padrone, può permettersi di essere sciatto e disordinato.

Tranquilli! il programma non è stato scritto ed ancora solo abbozzato ma il nuovo demiurgo ha cominciato a studiare ed esibisce sul tavolo vari libri in bella mostra, tra cui le ricette economiche di Ichino. Una lettura veloce e vedrete che la soluzione si trova. Calma, che fretta c’è, l’orizzonte è il 2018, campa cavallo che l’erba cresce.

Intanto dall’aula gelida del Senato volti stravolti e preoccupati per la sceneggiata del giovanotto che non è stato eletto parlano ben più delle dichiarazioni. Mi ha colpito l’espressione di Zavoli ormai molto anziano ma che tutti ricordiamo come una grande giornalista e fine ‘parlatore’ che ascolta e osserva questo chiacchierone da Bar dello sport.

La cosa più grave è che questo ci fa rimpiangere Berlusconi e ci fa apparire gli interventi dei pentastellati come molto assennati.

Anche Lucia Annunziata è rimasta delusa.

“…E’ stato un discorso senza capo né coda, infarcito di storielle riciclate. Circolano già molti dubbi sul percorso di Renzi, anche tra i suoi sostenitori, fra i quali mi vanto di essere stata anche io (ce n’eravamo accorti, ndr). Finora c’era una certezza: che fosse un maestro di comunicazione. Il suo intervento mette in dubbio anche questo: o non ha fatto i compiti a casa oppure questa era una favola…Un discorso improvvisato, tecnicamente senza capo né coda, infarcito di storie, storielle e aneddoti già usati… C’è stata una trascuratezza formale molto forte…E’ stato molto deludente…Dal punto di vista economico ha fatto proposte molto forti, ma senza fornire un numero. Si può anche dire di voler ridurre il cuneo fiscale del 10%, ma se non si dice in che modo…E’ stato un discorso improvvisato, non all’altezza di un premier arrivato all’incarico con il suo discutibile percorso….”

(da l’Unità, 25 febbraio 2014, pag. 2)



Categorie:Politica

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