Emozioni autentiche

Abbiamo passato due giornate incollati chi al computer chi alla televisione per seguire il dibattito parlamentare sulla fiducia al governo Renzi. L’esito era scontato ma il modo in cui si sarebbe celebrato l’evento era importante, ormai non è importante solo la trascrizione testuale dei discorsi ma anche la prossemica, la gestualità, l’enfasi, la mimica tutto quanto è in grado di tradurre il messaggio in emozione. Per il momento il renzismo del fare si è soprattutto dispiegato come renzismo dell’emozionare. E anche noi chiacchieroni della rete che cerchiamo di fare i razionali non siamo immuni.

IL GOVERNO PRESIEDUTO DA MATTEO RENZI ALLA CAMERA PER IL VOTO DI FIDUCIA

Così appena sul mio computer ho visto la notifica che Bersani era entrato in aula mi sono precipitato ad accendere il televisore per vedere, contemporaneamente la mia amica Rosi mi telefonava dicendo di accendere il televisore perché Bersani era tornato. Un’emozione autentica, quasi commozione, a rivedere ristabilito uno zio o un amico a cui si vuole bene. Poi l’entrata intimidita ma severa di Letta che sceglie di entrare dalla porta di destra per passare avanti al tavolo del governo senza salutare ed andare diritto ad abbracciare commosso il suo segretario.

A questo punto ho capito meglio qual era il sentimento di fondo che provavo per le nostre assemblee elettive, sentimento, non concezione! Quelle aule non sono per me il ricettacolo di perditempo incapaci e corrotti, non sono l’inciampo per premier che devono far tutto e subito, non sono una macchina burocratica inefficiente e costosa sono il luogo in cui noi italiani siamo nel bene o nel male rappresentati. Molti personaggi mi sono familiari perché da lungo tempo occupano quegli scranni, altri sono nuovi ma  sto imparando a conoscerli.

Quando io ho frequentato il liceo, nemmeno venti anni erano passati dalla fine del fascismo e, anche se i nostri docenti avevano indossato in gioventù la camicia nera, quando parlavano della democrazia ateniese, quando ci presentavano i grandi personaggi della storia ci facevano sentire che il riscatto e la rinascita dell’Italia passavano per le istituzioni democratiche repubblicane e per la Costituzione. Poi sono arrivati gli scandali, mani pulite, il berlusconismo, il grillismo, ora il renzismo,  le mutande verdi, la casta, i talk show. Le aule sono diventate grigie e sorde agli occhi di molti.

Ieri il ritorno di Bersani e l’abbraccio di Letta hanno riacceso in me  una luce antica che ha illuminato anche gli interventi di altri personaggi meno amati ma altrettanto familiari quale il sarcastico Brunetta, il silenzioso Tremonti, l’invecchiato Calderoli, i declamanti pentastellati. Lì ci siamo anche noi, ci sono quelli che noi vogliamo metterci quando andremo a votare.



Categorie:Politica, Riflessioni personali

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