Martiri?

Riporto qui sul mio blog una discussione con M.G. avvenuta su Facebook

M.G. Molti non hanno capito che tanti giovani musulmani anche europei sono pronti a morire per realizzare il sogno di un unico stato islamico dal Pakistan fino al Marocco …. e poi oltre ….

R.B. Il problema è che non ci sono altrettanti giovani europei che sognano a nord, dagli Urali a Finisterre, un continente unito e solidale con il resto del mondo. Troppi padani, scozzesi, catalani … incarogniti, non disposti a morire per nessun sogno. Caro Mario, mi sento più minacciato dalla nostra disgregazione che dalla disperazione dei giovani musulmani.

M.G. Io più dalla seconda ma non parlerei solo di disperazione visto che la maggior parte dell’Islam radicale nasce ideologicamente ed è sostenuto da una parte importante dell’Arabia Saudita, famiglie ricchissime e potenti in lotta per il potere. La disgregazione dell’Europa è un problema, in Catalogna stanno presentando il conto alla Madrid franchista. Io francamente lo trovo antistorico da parte dei catalani.

R.B. Francamente penso che i giovani dell’ISIS che fanno i kamikaze non siano dei martiri nel senso nobile che pensiamo noi: i martiri cristiani non erano suicidi ma testimoni fino alla morte di una idea in cui credevano. I kamikaze sono dei soldati esercitati ad azioni di guerra in cui la morte è quasi certa. Sono un po’ come i nostri giovani soldati della prima guerra mondiale, i nostri nonni, che spesso sotto l’effetto di parecchio alcol andavano alla carica con la baionetta contro la mitragliatrice ben appostata sull’altra trincea. Rileggere Un anno sull’altipiano per capire. Io penso che l’ISIS, oltre ad essere il frutto di tanti sbagli strategici della potenze occidentali, accestisca su una grande, profonda disperazione di giovani delusi e senza futuro che da anni vivono in un inferno di guerra e di violenza. Ciò non mi tranquillizza ma, trattandosi di un nemico che ci minaccia, occorre inquadrarlo meglio per poterlo contenere e neutralizzare.

Sulla rete compare spesso un parallelismo tra l’ISIS (Daesch) e il nazismo di Hitler. Così commentavo.

Raimondo Bolletta Francamente trovo questo parallelismo un po’ azzardato, riconosce al Daesch una forza statuale inesistente. Questa è una manifestazione nuova, estrema, pericolosa e terribile delle contraddizioni di uno sviluppo economico e sociale iniquo che si alimenta con la disperazione di chi comincia a temere la fine della cuccagna del petrolio e dello sviluppo senza limiti. Il pericolo è grave ma il cancro è tra noi incistato anche nelle volgari reazioni dei bianchi autoctoni sedicenti cristiani preoccupati della serenità dei loro aperitivi gioiosi ed allegri. E’ una guerra nuova scoppiata nel 2001 con le torri gemelle guerreggiata su tanti fronti. L’Europa potrà reagire in ordine sparso o potrà crescere con una nuova identità più coesa intorno a libertà, fraternità e uguaglianza. Hitler aveva la Krupp questi non producono nulla, vendono petrolio e comprano tutto. Basterebbe smettere di vendere loro le armi e la guerra finirebbe magicamente.  16 novembre alle ore 13:03

 

 



Categorie:Pace, Politica

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