Ho dedicato al programma Immuni alcuni post . La mia posizione personale è molto netta ma ciò conta poco. Purtroppo devo constatare che l’opposizione alla diffusione del programma è molto attiva. Prima di scrivere questo post ho interrogato Google cercando ‘diffusione Immuni’ e le prime dieci schede riportavano quasi tutti articoli contrari per svariate ragioni, il più blando ne riconosceva l’utilità ma poiché non era obbligatorio non serviva a niente se non si raggiungeva la copertura prevista del 70% della popolazione.

Questa mattina leggevo che anche in Francia la diffusione di analoga app per il tracciamento dei contatti stenta a decollare, loro sono a circa 2 milioni e mezzo di download mentre in Italia siamo a 4 milioni e mezzo. Ma ciò non ci consola, mal comune doppio danno in caso di epidemia!
E’ un vero peccato che non si sia fatto nulla per spiegare il funzionamento dell’app, per illustrare bene le procedure che occorre mettere in atto per circoscrivere un focolaio epidemico, per rassicurare la popolazione circa le garanzie a salvaguardia della privacy.
E’ grave che non si dica se e in quali casi il programma si è già rivelato utile per rintracciare velocemente coloro che erano entrati in contatto con individui infettati. Silenzio assoluto, quasi che questa app non fosse figlia di nessuno.
Il fatto positivo relativo al tracciamento è certamente la cura con cui alcuni ristoranti registrano le identità dei clienti se questi condividono una tavolata numerosa o semplicemente se è la prima volta che entrano nel ristorante. E’ ovvio che il contrasto alla diffusione del virus non può essere condotto solo dalle forze dell’ordine o dalle autorità sanitarie ma è di competenza di tutti coloro che potrebbero farne le spese, in primis i locali pubblici. Sono infatti i primi ad essere danneggiati da questo stato di incertezza e di paura e da un eventuale nuovo lockdown, sarebbero i primi ad essere avvantaggiati se la clientela percepisse che lì in quel locale si vigila con cura osservando tutte le regole e si fa qualcosa di più. Per quanto mi riguarda potendo scegliere dove andare preferisco il bar in cui l’attenzione è sempre vigile, se vedo che un cameriere ha una mascherina a mezz’asta esco e me ne vado subito. Purtroppo da nessuna parte ho visto un cartello che invogli a disporre di un telefonino con l’app Immuni, oppure che dica che con l’app Immuni attivata non occorre declinare le proprie generalità al ristoratore.
Immuni potrebbe essere migliorata per rendere coloro lo ha istallato meno scettici. Il programma è silenzioso non manda alcun messaggio a parte quello che avverte se è stato disattivato bluetooth. Ad esempio se solo fosse possibile avere il conteggio dei contatti registrati dal programma si avrebbe la sensazione che una forma di monitoraggio dei propri contatti è attivo.
Devo ammettere che i social potrebbero diventare utili per la gestione dei focolai e per il tracciamento. Ad esempio nel Lazio il sindaco di Fiumicino ha immediatamente pubblicato su FB i riferimenti precisi del bar e del locale in cui un infettato era stato invitando tutti gli avventori a recarsi entro due o tre giorni ad uno dei due drive-in attivi per l’esecuzione del tampone. Diffondere informazioni precise da parte delle autorità sanitarie potrebbe essere utile per non abbassare la guardia.
Tornando a Immuni va detto che se il programma sta zitto significa che tra le persone che ho incontrato negli ultimi 14 giorni nessuno è risultato infetto. Ciò non mi dà la certezza di non essermi infettato perché non tutti usano Immuni ma un pochino l’ansia potrebbe diminuire soprattutto in vista di una probabile recrudescenza dell’epidemia anche in Italia.
Caro lettore, ora sei in ferie, se non l’hai ancora fatto istalla sto programma e studiati come funziona, conviene a te, alla tua famiglia alla tua comunità.
Alla prossima per parlare di UV.
Categorie:Coronavirus, Immuni
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