Il caso Immuni 2

Oggi leggo su alcuni post e alcuni articoli che il programma è dato per morto, un fallimento come i tanti altri che sono imputati al governo. Un caso tipico di sabotaggio sistematico autolesionista realizzato non solo dalla destra in prima persona ma da quella stampa che apparentemente è vicina alle parti che ora hanno la maggioranza in Parlamento. Un sabotaggio basato sul dubbio e sullo scetticismo di chi non capendo bene come funziona e temendo una violazione della propria inviolabile privacy preferisce rinunciare ad un presidio che da altre parti del mondo si è rivelato efficace e decisivo.

Essendo un fan dell’idea e un fan delle tecnologie al servizio della qualità della vita dell’uomo ho seguito e a volte segnalato nel mio blog le tante punture di spillo riservate ad un processo di diffusione ed uso dello strumento che sarebbe dovuto essere incentivato e pubblicizzato. Per leggere i post dedicati all’argomento è sufficiente ricercare nella sezione identificabile nell’apposito menu in alto a destra di questa pagina.

In effetti alcuni dati ci dicono che il progetto quanto meno segna il passo e si è rivelato inutile nel momento in cui si è rinunciato a qualsiasi forma di tracciamento dato l’altissimo numero di contagi. Riporto i dati dal sito del progetto.

Assumendo che siano circa 50.000.000 gli italiani di età superiore a 14 anni che potevano scaricare Immuni e considerato che il totale dei nuovi positivi dopo il 15 giugno, giorno da cui decorre la disponibilità di Immuni, sono stati circa 762.000, c’era da attendersi che su 10.000.000 di download ci fossero 762.000 / 5 = 152.000 positivi tra gli utenti di Immuni mentre in realtà ci sono stati solo 5.686. Come spiegare questo fatto? La prima spiegazione sta nella fatto che alcune regioni non hanno gestito la fase del caricamento sulla nuvola dei dati dei casi positivi, la cosa era emersa nella regione Veneto, altra possibilità è che le istallazioni realmente attive siano molte meno di quelle scaricate e, infine, è anche possibile che coloro che hanno scaricato Immuni siano cittadini più prudenti e ligi alle norme e che quindi siano stati meno vulnerabili. Questa ultima ipotesi è verosimile perché proprio l’esperienza di questi mesi prova che l’infezione si può contrastare con le tre regolette (mascherina, distanziamento, igiene delle mani) unite alla riduzione del numero dei contatti pericolosi, all’uso dei raggi UV per la disinfezione degli oggetti, all’uso del contactless nei pagamenti e infine al monitoraggio dei propri spostamenti (Immuni).

Il terzo grafico potrebbe suggerire l’idea che Immuni abbia chiuso, interessa poche decine di casi … tanto vale abbandonarlo.

Invece la situazione che si profila per il prossimo anno, se tutto andrà nel migliore dei modi, è che la convergenza asintotica verso pochi casi nuovi al giorno, qualche centinaio, impone la disponibilità di Immuni, o di analogo programma di tracciamento. Infatti se come è certo il virus non sarà eradicato del tutto in Italia e nei paesi che hanno scambi con noi, il tracciamento puntuale e rigoroso di ogni singolo caso scoperto sarà essenziale per evitare che le ondate stagionali continuino a bloccare tutto per poter ridurre la mortalità dei più deboli. Non solo, ma un programma di tracciamento dei contatti sarà comunque necessario, occorrerà averlo sempre istallato e funzionante nei nostri smartphone o nei nostri orologi digitali al polso perché il rischio di nuove epidemie è dietro l’angolo e occorrerà essere sempre pronti ad effettuare tracciamenti.



Categorie:Coronavirus, Immuni

2 replies

  1. Ciao, Raimondo non ho ancora avuto il tempo di leggere il tuo post che mi interesserà sen’altro molto, Ho poco tempo x scrivere, in questo momento, ma volevo farti sapere (non so se è utile) che il solito (per me ) Portogallo, cioè l’equivalente del Ministero di Speranza, ha distribuito in modo semiautomatico, su tutti i cellulari del Paese {loro lo sono dal XIII secolo, dall’Alto Medioevo, cioè sono una nazione unificata, prima sotto la Monarchia e dal 1910 con un governo repubblicano} un’applicazione TIPO IMMUNI, ma molto meglio, xchè addirittura mia sorella, ex-assistente sociale, con laurea equivalente, già Segretaria/Archivista del Senatore Manlio Rossi Doria, per tutto il tempo delle Legislature del Senatore, e quindi con accesso al Senato (nulla a che vedere , nemmeno in quanto a retribuzione, allora data direttamente dal parlamentare stesso, questo negli anni fine ‘60-metà ‘70 ripeto, mia sorella, persona di vastissima cultura di vario tipo, oltre con un’enorme esperienza personale di viaggi in tutto il mondo, ma un’imbranata totale dal punto di vista tecnologico, non ha avuto problemi ad usarla sul suo Samsung così scatorcio che più scatorcio non si può. Scusa là mail sconclusionata, scritta per strada SOLTANTO PER DIRTI in un paese Cenerentola d’Europa, come il Portogallo, le App governative di tracciamento Covid, funzionano, ECCOME E la gente non fa tante storie Ma i Portoghesi sono una Nazione dall’Alto Medioevo Forse, la differenza è tutta qui

    PS Mia sorella e suo marito hanno sempre pagato tasse, salatissime, sia in Italia che in Europa, xchè ex dipendenti statali, dell’exINPDAP SONO STATI I BENEFICIARI DI CASSE PREVIDENZIALI PRIVATE ad usufruire dei vantaggi fiscali portoghesi, di cui tanto si favoleggia in Italia, sui media ed in TV MA SAPPIAMO BENE COSA SONO I MEDIA ITALIANI, specialmente in questo momento storico… Hai mai letto qualche titolo del NYT, del Guardian, ecc. ecc.❓ Un giornalista, all’estero, non scrive certamente articoli del tipo di quelli scritti dai colleghi italiani Mah…

    Renata Picco

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  2. Grazie Renata del tuo intervento. La app italiana è fin troppo semplice nel senso che è muta la questione è quella che tu accenni: siamo disgregati ed abbiamo dei media che sanno solo diffondere veleno e disfattismo. Il caso Immuni è un indicatore della situazione. Potremmo raccontare la storia di Conchiglia e del ruolo del famoso articolo del corriere che diceva che i volumi delle terze prove erano pericolosi se sfuggivano di mano.

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