Nel post di ieri avevo immaginato l’esistenza di uno scontro tra Meloni e Berlusconi proprio sull’elezione del presidente del Senato ma non pensavo che potesse emergere in modo così vistoso con la decisione di uscire dall’aula da parte dei berlusconiani per fare anche di questa nomina una merce di scambio nella assegnazione dei ministeri del governo ancora da costituire.

Avevo immaginato che la Meloni fosse abbastanza scaltra da non umiliare il suo padre e padrone che nonostante gli acciacchi dell’età possiede ancora televisioni e giornali in grado di condizionare il consenso degli elettori.

Oggi ho capito che la Meloni va avanti come un treno ed è poco incline alle mediazioni oppure è così scaltra da aver concordato o provocato la mossa dei franchi tiratori che hanno permesso di eleggere Ignazio La Russa al primo scrutinio senza i voti di una delle forze della coalizione di destra. Fortuna o calcolo, in ogni caso rischia di essere una vittoria di Pirro se il nuovo governo nascesse con fratture e ferite non sanate evidenti o mascherate.

In una assemblea meno numerosa del passato questi giochetti, queste imboscate sono più facili perché richiedono un minor numero di personaggi dalla dubbia moralità che fanno i franchi tiratori.

Malissimo ha fatto Letta a decidere di votare scheda bianca alla prima votazione come Conte e Calenda. In assenza di una richiesta di voti da parte della maggioranza per l’elezione a larga maggioranza di un personaggio super partes sarebbe stato così difficile avere un candidato di bandiera che evitasse ciò che è successo? In questo modo i franchi tiratori possono provenire da tutte e tre le formazioni che sono all’opposizione.

Ci attendono ancora tempi molto difficili.

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