La barbarie della rete

Oggi è morto il Cardinale Carlo Maria Martini. Una persona che tramite la sua cultura, umanità e fede è riuscita in modo misterioso a parlare al cuore e alla mente di molti, anche non credenti.
Ho letto la notizia in tempo reale su Facebook, mi sono un po’ commosso e mi è venuto il desiderio di scrivere un commento sul post di Repubblica. Intanto vedevo che il contatore dei commenti cominciava a crescere rapidamente. Aperti i commenti, ho iniziato a leggerli, è stato agghiacciante leggere sberleffi, turpiloquio, disprezzo, rancore, cattiverie. Siamo a questo punto? Veniva irrisa anche la scelta laica e profondamente umana di rifiutare l’accanimento terapeutico.
Un rancore, una violenza, una cattiveria fondati sull’ignoranza e sul pregiudizio: si fa finta di non capire che il caso Englaro non è assimilabile alla libertà per il malato senziente di accettare le cure di cui deve essere pienamente consapevole.
Forse è ora di avere nel portafoglio copia del nostro testamento biologico o averlo depositato su un sito accessibile ai medici del pronto soccorso.

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Categorie:Riflessioni personali, Social e massmedia

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