‘ Io sto mentendo’ è una classica antinomia che i matematici conoscono benissimo. Sembrerà paradossale ma questa frase non può essere né vera né falsa. Se l’affermazione fosse vera direi la verità e quindi l’affermazione è falsa. Se l’affermazione fosse falsa direi la verità e quindi l’affermazione è vera.
Già dal IV secolo a.C. i matematici e i filosofi si dilettavano a dibattere questioni di logica come la seguente: tutti gli ateniesi sono bugiardi, se io vi dico che sto mentendo, dicendo anche che sono ateniese, vi dico la verità?
In questo garbuglio logico sembra essere caduta la nostra democrazia dopo la sentenza della Corte Costituzionale. Se è decaduta la legge sulla base della quale si vota il Parlamento, sono nulli tutti gli atti che da essa derivano quindi è illegittimo l’organo che è stato eletto con la legge decaduta, allora sono illegittimi tutti gli atti dell’organo illegittimo, quindi sono nulle tutte le leggi approvate dal Parlamento dal porcellum in poi, quindi sono illegittimi anche tutte le cariche che derivano dalle elezioni parlamentari, presidente della Repubblica, governo, …. la corte costituzionale STESSA! quindi la corte è illegittima e non può dichiarare illegittima la legge elettorale e non può deligittimare nessuno degli organi di cui sopra …. così via … in un circolo vizioso in cui o non c’è niente o c’è tutto immutato.
Questo è ciò che Grillo ha immediatamente lanciato come slogan per chiedere di non far entrare nel Parlamento la quota di parlamentari che è stata eletta con il premio di maggioranza. Ovviamente se fosse vero ciò che dice Grillo sarebbe illegittima la posizione anche di tutti gli altri parlamentari la cui elezione è stata regolata da una legge decaduta. I grandi organi di informazione hanno ripreso questo paradosso grillino, l’hanno infiocchettato con battute e sarcasmo, diffondendo un dubbio che alimenta il clima di sfiducia e di disincanto che prevale nella pubblica opinione.
Non c’è bisogno di scomodare Onida o Zagrebesky per sapere che nello Stato vige sempre un criterio di continuità e non sono tollerati vuoti legislativi.
In effetti la Corte dovrebbe intervenire solo in caso di conflitto tra una legge e un diritto di un cittadino o di un organo della Stato, diritto garantito dalla Costituzione. Se gruppi di cittadini o organi dello Stato avessero contestato la validità dell’elezione di un determinato Parlamento allora la sentenza poteva avere effetto diretto sul Parlamento contestato in sede di giudizio, ma questo non è il caso. Tutti hanno accettato l’esito delle elezioni e hanno cominciato a lavorare (bene o male non è questo il problema). Se non ricordo male è stata la Corte di Cassazione (massimo organo che vigila sulla regolarità delle elezioni) che ha sollevato la questione di principio per cui l’effetto parte dal momento in cui verranno pubblicate le motivazioni, sarebbe illegittimo un nuovo Parlamento eletto con il porcellum ma non quello attuale che è stato eletto con una legge che era a tutti gli effetti valida e non contestata.
E’ morto il re, viva il re.
L’incertezza di queste settimane prima della pubblicazione della sentenza consente al Parlamento di indirizzare le sue scelte come meglio crede ma anche se non facesse nulla dopo l’annullamento del porcellum non saremmo senza una legge elettorale. La Corte potrebbe cancellare solo alcuni articoli del porcellum e allora avremmo un porcellum con il lifting oppure se l’abrogasse in toto per un criterio di continuità tornerebbe vigente la legge che fu abrogata dal porcellum stesso, ovvero in tutto o in parte il mattarellum. Ciò accade automaticamente poiché ogni legge precisa gli articoli o le leggi che quella abroga o innova rispetto alle leggi precedenti.
Insomma in un sistema in cui l’iperbole, il paradosso, l’incongruenza, la negazione dell’evidenza, la smentita sistematica, la falsificazione, l’invettiva sono all’ordine del giorno ci mancava anche una antinomia, non ci facciamo mancare proprio nulla. Tanto poi le nostre contraddizioni vengono sanate e comprese con una bella risata o con la violenza verbale dei nuovi profeti di sventura o con la carezza melodiosa dei pifferai magici.
Ma io sono un mentitore.
PS ho trovato oggi, 10 dicembre, una intervista di Rodotà che condivido in toto.
Categorie:CinqueStelle, Legge elettorale, Politica
sono d’accordo su tutto, fuorchè sulla conclusione (“io sono un mentitore”) Se così fosse, significherebbe che la tragica situazione in cui si è infilata la democrazia italiana sarebbe solo un’illusione… invece purtroppo è realtà e la descrizione che ne viene fatta calza a pennello.
Cristina Bettoni
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Finalmente la Corte ha pubblicato le sue motivazioni.
La Consulta si sofferma a lungo sulla legittimità delle Camere dopo la sentenza della Corte che ha smontato l’attuale sistema elettorale. “Il principio fondamentale della continuità dello Stato”, si legge, “non è un’astrazione e dunque si realizza in concreto attraverso la continuità in particolare dei suoi organi costituzionali: di tutti gli organi costituzionali, a cominciare dal Parlamento” e tale principio prevale. ”Le Camere – scrivono i giudici – sono organi costituzionalmente necessari ed indefettibili e non possono in alcun momento cessare di esistere o perdere la capacità di deliberare”. “È evidente – prosegue la Corte Costituzionale – che la decisione che si assume, di annullamento delle norme censurate, avendo modificato in parte la normativa che disciplina le elezioni per la Camera e per il Senato, produrrà i suoi effetti esclusivamente in occasione di una nuova consultazione elettorale”. Insomma “la normativa che resta in vigore per effetto della dichiarata illegittimità costituzionale” del Porcellum “è ‘complessivamente idonea a garantire il rinnovo, in ogni momento, dell’organo costituzionale elettivo’, così come richiesto dalla costante giurisprudenza di questa Corte”.
La Consulta spiega così la non retroattività degli effetti della sentenza che boccia il Porcellum: “Le elezioni che si sono svolte in applicazione anche delle norme elettorali dichiarate costituzionalmente illegittime costituiscono, in definitiva, e con ogni evidenza, un fatto concluso, posto che il processo di composizione delle Camere si compie con la proclamazione degli eletti”. Allo stesso modo, sono escluse dall’illegittimità le decisioni prese dal Parlamento. “Del pari, non sono riguardati – scrive la Corte costituzionale nelle sue motivazioni – gli atti che le Camere adotteranno prima che si svolgano nuove consultazioni elettorali“.
14/01/2014
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