Incontri incredibili

Come dicevo nel post precedente sono stato educato a far attenzione al segno dei tempi, ai segni del tempo. Mi è stato sempre utile per sopravvivere bene, per capire gli altri, per pensare, per riflettere. Così se mi capita di passeggiare nei dintorni di casa nel mio quartiere faccio attenzione a ciò che mi circonda e cerco di interpretare ciò che vedo.

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Questa mattina, svoltato l’angolo di largo Boccea per recarmi al mercato rionale a comprare le fave per domani, mentre costeggiavo la scuola elementare dove tanti anni fa mille volte ero venuto a prendere i miei figli, stavo riflettendo sul cambiamento radicale di questi ultimi anni: tutti i negozietti di quella strada erano diventati misere rivendite di cibo etnico, di merce varia a poco prezzo per gli immigrati di colore, quasi la strada fosse di un paese lontano. Al termine della stradina, all’angolo un bar rimasto invece identico da tanti anni. Mi viene voglia di entrare a prendere un caffè, è l’ora dell’intervallo, certe abitudini rimangono anche se sei in pensione.

Il bar è vuoto, tre extracomunitari giocano alle slot machine in un angolo, il barista alla macchina mi presta subito attenzione e ordino il caffè, vado alla cassa dove arriva un signore più anziano che stava concordando con la moglie nel retrobottega gli snack da preparare. Riflettevo sulla povertà che avanza e dilaga ma l’occhio mi cade su alcune locandine appese davanti alle bottiglie di liquore, la pubblicità di un libro. Guardando meglio alcuni libri erano esibiti vicino alle bottiglie. Chiedo allora, come mai fate questa pubblicità ai libri? Il più anziano indicandomi il giovane barista che mi aveva già servito il caffè, è lui l’autore. Lo guardo meglio, penso ai mille autori che si autopromuovono ma leggendo meglio la locandina vedo che la casa editrice è la Sperling & Kupfer. Un po’ incredulo sparo a raffica un serie di domande e lui gentilissimo mi racconta la sua passione che sta diventando, per una serie di circostanze cercate ma incredibili, un evento che potrebbe radicalmente cambiargli la vita. Ma quando scrive, se lavora qui al bar? Mi sveglio presto la mattina verso le quattro e così ho due o tre ore di tempo tutti i giorni per lavorare ai miei libri.

Parliamo per una mezz’oretta, tanto nessun avventore entra e lui è libero. Il papà, il signore della cassa, è fiero del figlio ma mostra quel prudente scetticismo di chi non vuole alimentare illusioni. Esco dal bar rinfrancato dall’ottimo caffè e illuminato da questo incontro incredibile.

Tornato a casa, ho letto qualche recensione e non so se è il genere letterario che preferisco. Non so se ho conosciuto un personaggio al quale si chiederà l’autografo.
Certamente ho conosciuto un giovane che insegue con passione un grande sogno che sta realizzando.

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PS del 5 maggio 2014

Ho scaricato nel mio Kindle il primo libro, quello sul caffè.

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Come ho detto, il genere non mi appartiene ma questo libro è stato una piacevole sorpresa come tutta la storia che ho raccontato. Un linguaggio semplice ma ricco e curato, una sceneggiatura quasi televisiva piacevole e avvincente, dialoghi leggeri e verosimili, una cultura verosimile e popolare. Ho fatto il preside per quattro anni in un istituto superiore di Trastevere e quegli ambienti che fanno da sfondo alla storia mi sono familiari. Li ho rivisti e ho rivissuto gli inviti di Paolo il capobidello che alle 8 meno un quarto quando ormai era tutto pronto mi trascinava al bar di san Callisto a prendere il primo caffè della mattina e non c’era verso di poter pagare il conto.

Un po’ di piacevole leggerezza in un momento cupo come il fondo di un caffè, una storia semplice che come il caffè buono ha  un retrogusto profumato di vaniglia.



Categorie:Cultura e scuola, Riflessioni personali

2 replies

  1. Domani lo compro, anzi se lo trovo su internet lo compro subito. Amo leggere e sono curiosa dei “nuovi” scrittori! C.

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