La cronaca è sempre ricca di curiosi segnali che non sappiamo leggere ed interpretare.
Il ministro Lupi è messo in croce perché suo figlio è stato assunto dalla confraternita di imprese potenti che hanno il monopolio delle grandi opere. Nulla di penalmente rilevante ma il fatto lo è in un momento in cui tanti giovani valenti non possono accedere a selezioni pubbliche perché alcuni figli di papà godono di un occhio di riguardo. Nel privato, il datore di lavoro, il padrone ha diritto ormai di scegliersi chi vuole, di licenziare quando vuole per avere una compagine di collaboratori e di lavoratori che massimizzi il suo guadagno, così tutti diventiamo più ricchi. Ma le cose non stanno così, il favoritismo anche nel privato è motivo di inefficienza, di perdita di valore.
Che c’entra la scuola in questo discorso? Scherzi della cronaca: il governo negli stessi giorni stava proponendo di estendere anche alla scuola questa visione efficientista. Il preside allenatore potrà scegliere a proprio piacimento in un albo sulla base di curricoli gli insegnanti che meglio si prestano a rendere raggiungibili gli obiettivi della propria scuola. Naturalmente Renzi giura che i presidi sono al di sopra di ogni sospetto e che non favoriranno parenti, cugini, amici, sodali. Sono stato preside e ho moltissimi amici presidi valenti ed onesti, tuttavia …. Siamo certi che non ci saranno infornate di lupacchiotti anche nella scuola?
Ma oggi è la festa del papà ed ogni scarrafone è bello a papà suo.
Categorie:Cultura e scuola, Economia e finanza
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