Ieri sera ho seguito con attenzione le interviste di Letta dalla Gruber e successivamente della Bindi da parte di Formigli a Piazza Pulita.
Entrambi alla domanda ‘come voterete sull’Italicum nei prossimi giorni se verrà posta la fiducia’ sono stati reticenti e si sono astenuti nonostante quella posizione ambigua e contorta mettesse in cattivissima luce il resto dell’intervista piena di affermazioni e posizioni molto condivisibili.
Insomma la loro analisi spietata della situazione, del contenuto e dei rischi della legge porterebbe all’ovvia conseguenza che si schierassero comunque e convintamente votando contro. Una posizione opaca ed incerta che connota tutte le iniziative della cosiddetta minoranza, non vogliono fare la scissione per il bene della loro poltrona o per il bene della ditta o per il bene del paese? Sono impauriti dalla forza prorompente del gradasso e dalla mancanza di personaggi alternativi adeguati? Sono giustamente prudenti e responsabili perché vedono l’abisso in cui potrebbe cadere il paese in mano a razzisti, fascisti e populisti? Di certo entrambi dicono di voler uscire dalla scena, l’uno prima l’altra dopo e mostrano un certo grado di rassegnazione nel breve periodo.
Ho riflettuto su questa situazione della minoranza. Sono cinici in attesa che il gradasso si bruci da solo a forza di eccedere nelle promesse oppure sono politici realisti e prudenti che scelgono le soluzioni meno peggio perché hanno a cuore il paese? Forse entrambe le cose, hanno gestito per anni il potere, ne conoscono i meccanismi, ne hanno accettato i compromessi e le mediazioni e sanno che i miracoli sono possibili.
Nell’ultima battaglia sanno di essere deboli, di non potercela fare e sperano nella ragionevolezza dell’avversario, non sbandierano ora il loro voto contrario perché il gradasso farebbe spallucce e tirerebbe diritto, potrebbe passare qualche loro emendamento, l’opposizione così divisa e variegata potrebbe avere un sussulto, i 5 stelle potrebbero uscire dal loro ghetto perbenista e rientrare nel gioco (ma a loro l’Italicum fa comodo), in Parlamento può succedere di tutto e Bindi e Letta sono parlamentaristi, Il Presidente potrebbe silenziosamente far capire come la pensa e indicare una via d’uscita onorevole al gradasso il quale capisce che conviene alla sua sopravvivenza politica lasciare che ci sia il ping pong tra Camera e Senato sull’Italicum (quale migliore e plastica dimostrazione della necessità della riforma del Senato!), il gradasso potrebbe inflessibilmente ottenere la legge e voler andare alle elezioni e lì sbatte violentemente la capoccia contro il rigore del Presidente che non scioglierà il parlamento per un capriccio dell’ex sindaco di Firenze e allora entro il 2018 la Corte Costituzionale potrebbe annullare anche questa porcata. Insomma il gradasso sta ottenendo forse una nuova vittoria di Pirro.
Forse Letta e Bindi sono meno ingenui di quanto danno a vedere, altrimenti non sarebbero lì.
PS nel frattempo parte degli italiani votano i consigli regionali, è in mano loro il destino del gradasso.
Categorie:Legge elettorale, Politica
L’ha ribloggato su più rospi che principi.
"Mi piace""Mi piace"