Qui riporto il pronostico e il consuntivo delle recenti elezioni in cui appare evidente quanto influisca il premio di maggioranza costituito dai seggi uninominali. Ma se quel narciso di Calenda avesse ragionato sui meccanismi della legge elettorale non avrebbe capito i vantaggi un accordo elettorale tattico con il PD?

Non sono affatto felice di questo esito ma devo osservare che la situazione è certamente migliore delle due del 2013 e del 2018 in cui un ingombrante 5 stelle che non voleva appoggiare un governo né di destra né di sinistra portava a governi in cui la governabilità come scelta necessaria di ammucchiate eterogenee ora vien imputata al PD di Letta quale responsabile di tutti i mali.

Cos’è successo questa volta? Il M5S primigenio, quello di Grillo e Casaleggio è sparito e al suo posto è nata una formazione politica capeggiata da un avvocato moderato e di buone maniere che ha capito che conveniva andare a brucare nel campo largo della sinistra atteggiandosi a progressista. I vecchi elettori grillini con un’anima di destra sono tornati a casa rinforzando la Meloni mentre a sinistra i grillini con un’anima e un passato di sinistra si sono confermati nella loro posizione facendo recuperare circa la metà dei voti del 2018. Con una bellissima manovra orchestrata anche dai media, la difesa del reddito di cittadinanza e il rifiuto di entrare in una alleanza elettorale hanno decretato l’impossibilità per la sinistra di vincere nei seggi uninominali.

In queste ore Letta è messo in croce come il responsabile di questa sconfitta, non posso escludere che sia così, ma occorre anche ricordare che il suo partito è stato il bersaglio preferito della grande stampa, dei media della 7 e del Fatto quotidiano. Il suo risultato, stante il contesto ostile, andrebbe apprezzato di più da parte di coloro che ancora parlano come se fossero di sinistra.

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