Califfati

C’è poco da stare allegri, poche sono le notizie rasserenanti. Le notizie ci vengono date in dosi omeopatiche per non turbare troppo il clima positivo che si dovrebbe instaurare tra i cittadini consumatori per smuovere quel PIL che cresce non solo se si produce di più ma anche se si consuma di più.

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Ma in agosto quando la gente non lavora e si riposa si ha modo di riflettere sui fatti del mondo che vanno avanti con una ineluttabilità che ci sconcerta. Il colpo di stato in Unione sovietica contro Gorbaciov, l’invasione del Kuwait sono solo due dei fatti del passato che nel corso della mia vita mi hanno fatto pensare che la storia stava bussando alla nostra vita.

In questa strana estate ho la stessa percezione, la sensazione che molte cose stiano succedendo  in modo irreversibile.

La cosa che mi ha più colpito, la vera novità che i commentatori politici ci dicono ma che non ci spiegano, è la nascita di un califfato in medio oriente, una nuova entità, non capisco se religiosa o politica o statuale che sta letteralmente invadendo altri stati determinando fughe bibliche di popolazioni atterrite. Ciò che appare è che questa entità si concentra intorno a un ‘califfo’ una persona che è in grado di orientare, decidere, comandare un nuovo intero popolo che travalica stati esistenti.

La grande novità sta nel fatto che i sistemi democratici che sembrava dovessero istallarsi nei paesi arabi che avevano attivato processi di rinnovamento quasi rivoluzionari, stanno miseramente fallendo sotto i colpi della crisi economica e dell’impazienza delle masse.

In giro per il mondo, le rivolte populiste o popolari stanno producendo nuovi potentati, nuovi leader, nuovi comandanti alla faccia della rappresentanza, della discussione, della diplomazia, della ragionevolezza. I problemi sono così gravi che Obama decide di intervenire in IRAK senza chiedere alcun permesso al congresso, Putin si muove senza dover rendere conto a nessuno, Israele scatena una guerra senza discutere troppo. La cosa che mi fa pensare è che il processo in atto non conduce banalmente a soluzione più autoritarie ma a dimensioni ‘apolitiche’ nuove non più destra o sinistra, liberismo capitalismo, comunismo, socialismo ma odio tribale, odio intollerante per i diversi, assolutismo religioso, pregiudizio violento.

Ogni riferimento alla nostra situazione politica e sociale è puramente casuale.



Categorie:Politica

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  1. Per non farsi notare | Raimondo Bolletta

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