Il pericolo inglese

Visto che parliamo tanto della Grecia, una parolina sul pericolo inglese la vogliamo dire? Ieri ho seguito un breve servizio televisivo sulla crisi economica in Inghilterra: la percentuale di poveri è sensibilmente aumentata, come anche i senza tetto e sono aumentati i bambini cresciuti in famiglie distrutte.  In serata il reportage sulla visita delle regina Elisabetta in Germania durante la quale la regina, contravvenenedo alla regola non scritta della sua neutralità rispetto alla politica, ha richiamato il valore positivo dell’integrazione europea di fronte al rischio che con il referendum di Camerun l’Inghilterra possa decidere di uscirne.

L’Inghilterra come la Grecia? Altre dimensioni ed altre storia ma stesso impoverimento reale, stessa destabilizzazione rispetto all’integrazione europea.

Differenze? le monete. In Inghilterra stampano la proprio moneta, ma l’impoverimento è lo stesso. La BCE non impone nulla a Camerun, sono totalmente sovrani, hanno scelto loro l’austerità da sempre, dalla Thatcher in poi, demolendo lo stato sociale e aumentando le diseguaglianze. La stampa della moneta non basta se ci sono i vincoli esterni, se devi importare materie prime e derrate alimentari, se devi pagare l’energia. Forse gli imbecilli che credono che i problemi italiani si risolvono stampando lirette o marenghi dovrebbero riflettere a questa dura realtà: chi non lavora non fa l’amore. 

Come la Grecia immagina che la propria ancora di salvezza possa essere l’alleanza con Putin, così l’Inghilterra pensa di perpetuare il vantaggio di posizione della sua relazione particolare con i bianchi statunitensi. Come Tsipras, Camerun ricatta minacciando il referendum per contrattare condizioni più favorevoli e continuare a far parte della allegra compagnia europea. Insomma c’è di che riflettere.



Categorie:Economia e finanza

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