Rai news.it oggi pubblica un articolo con una titolo del tutto falso e fuorviante ‘contratto il 94% dei votanti M5S dice sì‘.
Il M5S ha preso 11.000.000 di voti nelle ultime elezioni.
Gli iscritti su piattaforma ‘rousseau’ sono 170.000.
Se votassero tutti il contratto di governo risulterebbe legittimato dall’1,5% circa degli elettori. E comunque solo 40.000 su 170.000 si sono scomodati per dire sì.
Di Maio è contento come molti giornalisti ed opinionisti che evidentemente non sono abituati a contare.
Quindi il tira e molla si può fare anche sui numeri.
Tira e molla sulle parole
Bene ora manca solo il capo del governo e lunedì andranno dal notaio per stipulare il contratto.
Tra le tante forzature del significato delle parole che in questo periodo di tira e molla sono state operate c’è anche quella di ‘contratto’. Un contratto è un testo che regola uno scambio tra contraenti, qualcuno cede un bene o un servizio e qualcun altro si obbliga a compensare con un altro bene o servizio o una somma di denaro. Non intendo riferirmi al diritto romano o al codice napoleonico ma al significato che noi comuni cittadini abbiamo normalmente in mente: un contratto crea una obbligazione, prevede dei vincoli e degli obblighi per i contraenti quasi sempre tutelati dalla legge o da un foro competente. Dove sta scritta questa parte del contratto? Che succede se una delle parti non rispetta il contratto? Cosa vuol dire non rispettare il contratto se gli obblighi sono del tutto generici e non verificabili? Se le condutture continueranno a perdere acqua di chi sarà la colpa?
Ah scusate, ho capito, la colpa sarà sempre e comunque di quella cattiva dell’Europa o di chi c’era prima o del PD.
Quindi per favore chiamiamolo accordo, programma di governo, elenco della spesa, potpourris delle buone intenzioni del populismo italiano, mettetela come volete ma usiamo correttamente le parole della lingua italiana ed in particolare i termini giuridici.
Allora è fatta? Abbiamo finito con questa pantomima e cominciamo a lavorare veramente?
No, ora manca l’epilogo, il governo.
Posso fare una previsione? Presenteranno al capo dello Stato almeno 5 nomi senza Di Maio e Salvini. Il capo della Stato dopo qualche ora convocherà al Quirinale l’on signor Luigi di Maio per conferire l’incarico di primo ministro. Il capo dello Stato eserciterà così la sua prerogativa fondamentale, rispetterà la volontà popolare, premierà la persona che oggettivamente è stata così abile da portare scompiglio in casa d’altri a destra e a sinistra per costruire un documento che ha l’approvazione unanime di due importanti forze politiche. Salvini sarà contento, potrà fare la vittima e rompere le scatole come e quando vorrà staccando la spina di una governo che ha un margine solo di una decina di voti.
Ed ora ragazzi avete voluto la bicicletta? Pedalate!
Il monito vale sia per i due giovani scapestrati che hanno voluto a tutti i costi questa fuitina e ai tanti italiani che con leggerezza hanno votato delle forze che, presi i voti, usano i programmi come fossero elastici da tirare e mollare a piacimento.
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