Bersaglio mobile

Qualche riflessione  sull’interessante dibattito Bersaglio mobile di Mentana sulle uscite di Monti in televisione. Facile avere un dibattito effervescente cavalcando il nervo scoperto delle polemiche personali, perché Monti, contravvenendo a uno stile che pensavamo solido, ha personalizzato lo scontro politico ed ideologico identificando nomi e cognomi di coloro che dovrebbero essere ‘silenziati’ per consentire una larga maggioranza in grado di far digerire ai cittadini ricette amare. Altro che super partes, è corpo a corpo con qualche colpo basso.

Un consiglio. Mentana dovrebbe sedersi a un suo tavolo e avere un po’ di fogli o almeno un tablet perché il suo ruolo non dovrebbe essere solo quello di fare domande e di provocare lo spettacolo di galli che si azzuffano ma anche di giornalista esperto e navigato che sappia dire all’intervistato, lei non ha risposto alla domanda, lei sta divagando, lei ha detto il falso perché le cose a me risultano diversamente.

Lo spettatore deve essere molto maturo e preparato per riuscire a decodificare i tortuosi discorsi che ciascun ospite rapidamente espone seguendo propri codici e presupposti per cui il significato che passa è aleatorio, se si pensa alla capacità di attenzione di uno spettatore alle 11 di sera. Alla fine, se si è molto attenti, si riesce al massimo ad essere confermati sulle proprie posizioni, ciascuno rinforzato sui propri pregiudizi per cui il proprio campione ha vinto il match e si è dimostrato più capace, più telegenico, più convincente degli altri che non sono della tua parte politica.

La quantità di informazioni è largamente sovrabbondante,  se dovessi raccontare il dibattito selezionerei solo pochissime idee, solo quelle che hanno  interagito di più con le mie convinzioni. Forse si può applicare anche ai dibattiti televisivi e al voyeurismo degli appassionati al genere, quanto sembra essere stato scoperto sugli effetti dannosi della visione sistematica della pornografia su internet: danneggiamento della memoria, regressione di alcune facoltà cerebrali e dipendenza.

Forse ha ragione Grillo a vietare ai suoi di andare in televisione perché la distorsione e la manipolazione del messaggio sono all’ordine del giorno. Ma è anche certo che se Grillo non ci mette la faccia sul televisore, se i suoi non saranno in grado di affrontare le baruffe televisive e le insidie dello stress da telecamera rimarrà con i suoi 20.000 iscritti alla rete, con tanti incazzati delusi che rinunceranno a votare.

Insomma se il Bersaglio è troppo mobile è difficilissimo far Centro. Ciò vale per lo spettatore che vuol capire ma anche per Monti che vuol far Centro.



Categorie:CinqueStelle, Politica, Social e massmedia

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