Finalmente ho ritrovato nuovi documenti sulla triste istoria della italica cittadella assediata.
L’assedio dei creditori era da tempo finito, Henry conte di Read si muoveva con sempre maggiore disinvoltura, se ne conosceva la prestanza, l’abilità di parlare nelle lingue delle città confederate, era di casa a Brucsellia. I facitori di opinioni l’avevano soprannominato Henry palle d’acciaio perché resisteva, con l’aiuto di re Giorgio, agli attacchi dei molti capopopolo e dei molti generali e feudatari che imperversavano nella cittadella. L’ultima sua impresa fu quella di contrastare con determinazione l’intenzione di Silvius de Berlusca barone di Arcore di disarcionarlo dal suo incarico di comandante dell’esercito. Henry si presentò all’assemblea cittadina e disse chiaro che non accettava ricatti. Silvius infatti aveva dei problemi con i magistrati e, dovendo scontare una pena, pretendeva il perdono del Re oppure di fruire della impunità riservata ai membri dell’assemblea dei rappresentanti del popolo. Henry aveva ricordato che i vecchi assedianti, quelli che avevano fatto temere il peggio durante il primo assedio, continuavano a detenere i loro titoli di cambio e che in qualsiasi momento potevano ripresentarsi sotto gli spalti della cittadella per riavere ciò che avevano prestato e che occorreva mostrare nervi saldi e continuità nella struttura dell’esercito per mantenere gli impegni. La fermezza di Henry provocò la lacerazione della fazione di Silvius ed Henry fu confermato comandante dell’esercito seppur con una maggioranza più risicata.
Ma dentro la città la situazione continuava ad essere grave, la riduzione degli sprechi, il pagamento dei debiti, causavano un impoverimento delle condizioni di vita generali e il malcontento era palpabile soprattutto nelle osterie in cui il popolino si riuniva la sera per discutere dei fatti del giorno. Lì le maldicenze e le insinuazioni o le false notizie dei facitori di opinioni avevano sempre più presa e si diffondevano senza limiti.
L’ultima bega era sorta circa donna Cancellieri, una donnona dal volto forte e severo ma dal cuore tenero e misericordioso che governava il dicastero della giustizia. Girava voce che nonostante la sua fama di donna severa ed efficiente, che aveva sempre servito con onore le sorti della cittadella, aveva fatto un favore di troppo a una famiglia molto potente di cui era intima amica. Ciò aveva scandalizzato tutte le anime belle che non tollerano alcuna macchia, soprattutto se riguarda un personaggio pubblico.
Come se non ci fossero altri argomenti importanti da discutere questa era diventata la chiacchiera preferita nelle osterie serali. Era l’argomento della sfida in corso tra due giovani cavalieri che stavano ingaggiando una pubblica tenzone per diventare i condottieri della fazione dei DEM, ormai la fazione più potente che appoggiava Henry. I due giovani cavalieri erano il Gradasso, del quale i miei documenti avevano già raccontato le imprese, e il giovane Civa, di origine nordica proveniente da Mediolanum, bello con gli occhi azzurri ma un po’ basso, che ispirava meno forza del Gradasso ma più intelligenza. Entrambi si dichiararono contro donna Cancellieri e chiesero di sostituirla.
Henry si è presentato all’assemblea dei DEM e ha detto chiaro e tondo che non rinunciava a donna Cancellieri e che se la sua fazione non era d’accordo lui lasciava e poi …
I documenti che ho trovato si interrompono qui. Non so come è andata a finire. Sono curioso e continuerò a cercare nella montagna di carte che ho trovato nella mia cantina. Penso che Henry la spunterà anche questa volta mostrando che la fama di cui gode presso i facitori di opinioni delle altri città è ben riposta.
Categorie:La cittadella assediata, Politica
Rispondi