Circa un anno fa, nel pieno del marasma politico determinato dagli incerti risultati elettorali, così scrivevo :
Non ho ascoltato in diretta il discorso di Boldrini perché stavo prendendo un aperitivo con il giovane ucraino che era venuto ad aiutarci a sistemare la cantina perché servivano braccia robuste per spostare suppellettili accumulate nel tempo. Ero a chiedere dei suoi figli piccoletti, Matteo di sei anni e una bambina di cui ora non ricordo il nome. Allora i suoi occhi si sono illuminati dopo che avevamo parlato della precarietà del posto che aveva ora e del rischio di dover rientrare in patria se l’avesse perso. Che lingua parla Matteo? italiano meglio di me. Si sta costruendo una casa in Ucraina? Sì l’ho comprata ma spero di restare qua. Spero che i miei figli diventino italiani. L’Italia si salverà perché c’è gente piena di forza e di amore per i propri figli che potrà darci una mano a sistemare le nostre cantine per gettare la robaccia e far posto al vino buono.
Quando abbiamo saputo dei disordini di Kiev e visto in televisione quella piazza che andava a fuoco, quando abbiamo saputo di centinaia di persone che restavano sul terreno, Lucilla ha telefonato alla zia del giovane ucraino per avere notizie. Aveva perso il lavoro qui in Italia e quindi era tornato in patria per aiutare la famiglia dei genitori. Ora è stato richiamato alle armi come tutti i maggiorenni ucraini che hanno meno di 40 anni e non può tornare in Italia dai suoi figlioletti che parlano uno splendido italiano. L’Ucraina è terribilmente vicina a noi tutti.
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