In conclusione

Alla fine di questa lunga tornata elettorale il nostro Mattia il gradasso è conciato proprio male. Tradito dal potere mediatico che gli ha contrapposto l’altro Matteo servito a tavola in tutte le salse, tradito dall’Europa di cui ha voluto fregiarsi della presidenza per sei mesi senza lasciare traccia del suo passaggio, tradito dagli eventi ineluttabili che giornalmente travolgono il nostro destino, sembra aver perso la sua baldanza fiera e giovanile.

Ora se la prende anche con le primarie che gli hanno permesso di comandare senza essere stato eletto in regolari elezioni. Mostra il lato più duro del suo carattere minacciando a destra e manca, precari della scuola compresi, rovesciando sugli altri la viscosità della sua azione politica, quella lentezza che fu il tallone d’Achille di Letta.

Ma in conclusione, cosa potrà succedere dopo questo smottamento elettorale? Chi mi legge sa che mi piace fare previsioni, scommettere sulla mia capacità di analisi. C’è una scommessa in corso con il mio amico Vale: Mattia il gradasso non arriva alle elezioni del 18.

Se fosse un vero buon giocatore d’azzardo, se fosse un vero buon politico democristiano dovrebbe andare alle elezioni prima del 16, prima dell’entrata in vigore dell’Italicum: è l’unica chance che ha di riavere con il quasi proporzionale un parlamento simile all’attuale, ma legittimato, in cui potrebbe rifare un governo di grande coalizione di centro – sinistra a guida PD. La grande trappola scatta con l’Italicum: certamente arriverà almeno secondo ma sicuramente deve affrontare un ballottaggio e Liguria docet come anche i cinque comuni a ballottaggio grillino vinti in toto dai grillini. Renzi sarà il capo dell’opposizione.

Queste elezioni hanno chiaramente certificato che il PD renziano che cerca di espandersi al centro e a recuperare sul populismo grilino e sul giustizialismo moralista non ha futuro e, volendo tutto il piatto, probabilmente lo perderà.

Ma nulla di nuovo!



Categorie:Legge elettorale, Politica

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