Conoscere, capire, imparare

Certamente non sappiamo tutto, è normale in una situazione molto complessa e del tutto nuova. Certamente non capiamo tutto, abbiamo a che fare con concetti, metodologie, studi che sono alla portata solo di una porzione molto piccola della popolazione gli scienziati. Certamente se vogliamo sopravvivere dobbiamo imparare.

Complici i social, complice la reclusione in cui ci troviamo è aumentato il numero di coloro che sono certi di quello che pensano e quello che sanno e non sono disposti ad imparare cose nuove che modifichino i loro comportamenti.

Chi meglio interpreta questo atteggiamento supponente di chi poco sa, poco capisce ma tutto giudica e racconta sono i giornalisti. Direi tutti, chi più chi meno almeno tutti quelli che hanno il privilegio di apparire sistematicamente in televisione e di dare e togliere la parola a chiunque, fosse anche il papa. Come sapete evito i talk show tranne quello della Gruber che giudico il meno peggio. Ebbene, ormai quella rubrica non è il luogo delle interviste a un personaggio famoso o potente ma è la tribuna in cui tre o quattro grandi giornalisti e opinion maker esprimono propri pareri, proprie analisi, propri giudizi quasi fossero piccole corti d’assise. Aria severa e preoccupata, lunghi discorsi a volte contorti per poter dar ragione a tutti a destra e sinistra, per dar torto a tutti a destra e manca, per dimostrare che se fosse per loro questa storia tragica in cui siamo immersi sarebbe del tutto diversa. Con il senno del poi.

Chiusa la filippica contro i giornalisti, vengo al dunque.

Ma cosa dovremmo imparare? Dovremmo imparare a difenderci dal morbo e dovremmo imparare a non diventare veicolo del contagio.

Ci hanno detto ieri che dovremo convivere con il virus, non si sa bene per quanto tempo, certamente un tempo lungo, molto più lungo di quanto speriamo. E’ certo che l’attuale confinamento non può durare per troppi mesi e che quindi le precauzioni che ora applichiamo sbuffando o ridacchiando dovranno diventare un costume di vita, abitudini che anche i bambini dovranno introiettare e applicare. Dovremo apprendere i dettagli di certe precauzioni. Ad esempio come modificare la nostra gestualità per evitare di toccarci il volto se non siamo sicuri dell’igiene delle mani? Come riuscire ad andare su un mezzo pubblico senza infettarsi? come convivere con il papà o con la mamma che va al lavoro e il resto della famiglia è protetto in casa?

Tornando ai media e ai giornalisti, mi sembra che non si faccia assolutamente nulla per insegnare a tutti i cittadini le regole fondamentali, i trucchi e le condotte utili in questo lungo periodo in cui, usciti dalle nostre case, dovremo imparare a convivere con il virus.

Invece di diffondere i faccioni degli artisti famosi che ci raccomandano di stare a casa, sarebbe ora di diffondere piccoli spot che insegnino a fare le nuove cose che per sopravvivere dovremo imparare a fare con padronanza e naturalezza.



Categorie:Coronavirus

3 replies

  1. qualcuno sa spiegare, ad esempio, perché la televisione, invece di continuare a sparare cazzate, non fa delle trasmissioni educative, un po’ di scuola a distanza?

    eppure nella sua storia c’è perfino quel grande personaggio che fu il maestro Manzi…

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