Riprendo alcune considerazioni sviluppate nel post con lo stesso titolo di luglio. Ero tra gli ottimisti che pensavano che la legislatura sarebbe durata fino al suo termine naturale e che fosse possibile approvare una legge elettorale proporzionale con sbarramento alla tedesca. Il precipitare della crisi non solo ha implicato una campagna elettorale nel pieno delle vacanze agostane ma ha confermato il Rosatellum che obbliga le forze politiche a federarsi tatticamente in coalizioni per lucrare il vantaggio nei seggi uninominali. Se la crisi di governo ha lacerato tutti i rapporti, il rosatellum in pochi giorni ha costretto i partiti e i leader a tornare a parlarsi per ricostruire fronti comuni contrapposti. Nella confusione mentale in cui il sistema è piombato, lo spazio per i media e i giornali si è allargato consentendo loro di esercitare l’orientamento degli spettatori e dei lettori che, spostando anche pochi decimali o pochi punti, potrebbe determinare esiti finali vistosamente differenti.

Sono in vacanza in un borgo toscano e sono senza il wifi in casa quindi non posso vedere le serie televisive che spesso occupano le mie serate, così il dopocena è occupato dai dibattiti e dalle notizie in tempo reale sulla 7 e su Skytg24. Mentre la 7 è concentrata ossessivamente sulla campagna elettorale e sulle manovre per la costruzione delle coalizioni, Sky ha il pregio di tenere viva l’attenzione anche sulle notizie provenienti dal resto del modo così che i contorcimenti dei nostri politici appaiono un po’ ridimensionati.
Iniziamo da un trucco scenico da imbonimento subliminale. Nella trasmissione ‘La corsa al voto‘ sulla 7 i politici intervistati siedono di fronte a un banco in cui sono schierati tre giornalisti che pongono le domande e giudicano le risposte: un piccolo tribunale in cui i politici siedono come fossero imputati e i giornalisti fanno la parte dei giudici inquisitori. Molti penseranno che sia giusto così ma personalmente ritengo che questo ribaltamento dei ruoli sia all’origine di molte storture dei nostri equilibri democratici. I giudici ultimi del bene e del male, della verità, sono i direttori dei quotidiani collegati dall’alto degli schermi on line sempre presenti in numero di almeno tre per assicurare il pluralismo nel dibattito.
In genere mi sforzo di rimanere vigile e critico e cerco sempre di anticipare mentalmente la risposta di commentatori o di politici che penso di conoscere. Non sempre mi riesce, ovviamente, e allora cerco di capire perché. I commentatori nuovi, del tutto sconosciuti, ma familiari ai conduttori, spesso inseriscono nuovi dubbi o affermazioni sorprendenti. Ad esempio ieri sera un giornalista mai visto prima ma presentato come autorevole, a conclusione della sua intervista, alla domanda su chi potrebbe essere il futuro presidente del consiglio risponde che dovrebbe essere Draghi e ne illustra le qualità, il conduttore insiste nel chiedere: ‘ ma se Draghi non volesse chi è alla sua altezza?’ Certamente la Meloni perché è intelligente e perché sarebbe una vera novità per la nostra situazione …. Mi è sembrata una furbata, una messinscena che lascia lo spettatore del tutto spiazzato e indifeso. Della serie delle profezie che si autoavverano
Un’altra pessima abitudine è quella di parlar sopra all’intervistato, di togliere la parola e il collegamento sul più bello quando il poveretto stava per completare con chiarezza il proprio ragionamento. Non è solo una questione di buone maniere, è la conferma della superiorità di chi gestisce la trasmissione rispetto a chi è lì perché deve difendere le sue posizioni. Devo dire che spesso molti giornalisti dimostrano che la loro spocchia nasconde superficialità e ignoranza al punto che il politico di turno sembra un gigante.
Chiudo queste lamentazioni con un’ultima osservazione. Troppo spesso gli approfondimenti sono solo malevolenze gratuite per cui comunque un politico o sbaglia perché incompetente o perché in malafede. Perché pensare bene quando è così comodo pensare male di tutti, così l’audience aumenta?
Capisco, caro lettore, stai pensando che anch’io ho lo stesso difetto nelle mie riflessioni critiche. Probabile! ti assicuro però che cerco di evitarlo ma il clima generale è così avvelenato che certamente ne sono influenzato.
Categorie:Elezioni politiche 2022, Politica, Social e massmedia
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