Il mago Renzi

Della cittadella assediata, in cui il prode Henry duca di Read cerca di salvare il salvabile, torno a raccontare. Circola nei bassifondi della città una diceria a proposito di un nuovo eroe che si sta dando molto da fare quel certo Mattia il gradasso che secondo questa fola sarebbe addirittura un mago.

C’era una volta un piccolo politicante di provincia, molto invidioso e avido di successo. Essendo figlio d’arte ed essendo piuttosto furbo riuscì molto giovane a diventare presidente della sua provincia. Ma il suo appetito di fama era smisurato! Allora strinse patti e alleanze con tutte le forze più oscure del reame e anche di altri paesi. “Basta, dobbiamo rompere con il nostro passato” urlava in tutte le occasioni. Ma a chi gli faceva notare che in quel passato c’erano molte cose giuste e che andando per la sua strada si rischiava di tralasciare la difesa dei più deboli egli additava l’esempio di un suo omologo bretone, noto per aver proseguito nella strada tracciata dalla strega Thatcher, che aveva spofondato il mondo nell’ingiustizia e nell’ineguaglianza. Sfruttando le divisioni dei politici locali, il nostro giovane e ambizioso politicante riuscì poi a diventare sindaco della sua città. Ma la sua sete di gloria ne risultò decuplicata. Voleva mettere le mani sul governo del reame. Per questo sfruttava ogni pretesto per mettere in cattiva luce i governanti, opponendogli non delle idee alternative, ma semplicemente il suo essere più giovane e carismatico. Le folle erano ammaliate da questo incantatore, che nel frattempo tesseva nell’ombra le sue trame. Provò a sfidare il capo della sua fazione e perse. Ma poi, le difficoltà che la sua parte incontrava gli offrivano una ghiotta occasione per impadronirsi del potere, soffocando ogni idea alternativa di coloro che credevano in un mondo più giusto. Nel frattempo molti dei timorosi politici locali e anche nazionali passavano dalla sua parte. Ma un ristretto manipolo di valorosi non cedeva al suo incantesimo ammaliatore.
L’incantesimo del mago Renzi è in fondo un trucco di bassa lega, facile da svelare. Ma se gli si presta la sua fiducia si è perduti. Per questo bisogna stare in guarda e resistere alle sue insidie e tranelli. La fine di questa storia dipende anche da voi.

Questa favola l’ho trovata su una bacheca di una di quelle sordide osterie Faciemliber in cui vanno a chiacchierare i perditempo come me. L’osteria si chiama ‘L’apparato’.



Categorie:La cittadella assediata, Politica

Tag:,

4 replies

Trackbacks

  1. Ricatti e piagnistei | Raimondo Bolletta
  2. Il cavallo del gradasso | Raimondo Bolletta
  3. La grande illusione | Raimondo Bolletta
  4. Consuntivo | Raimondo Bolletta

Rispondi

Inserisci i tuoi dati qui sotto o clicca su un'icona per effettuare l'accesso:

Logo di WordPress.com

Stai commentando usando il tuo account WordPress.com. Chiudi sessione /  Modifica )

Foto Twitter

Stai commentando usando il tuo account Twitter. Chiudi sessione /  Modifica )

Foto di Facebook

Stai commentando usando il tuo account Facebook. Chiudi sessione /  Modifica )

Connessione a %s...

Questo sito utilizza Akismet per ridurre lo spam. Scopri come vengono elaborati i dati derivati dai commenti.

%d blogger hanno fatto clic su Mi Piace per questo: