Mi ero arrischiato a fare un pronostico dei risultati elettorali. L’avevo fatto per verificare se e quanto ero in grado di interpretare la realtà politica e sociale che mi circonda. Quindi cerco di fare un consuntivo. Dicevo:
Si è rinforzata la sindrome della grullusconite e la quantità di persone beatamente sedute sul ramo che stanno segando è aumentata.
Continuo a pensarlo. Coloro che non hanno votato sono un potenziale di indifferenza e di rabbia che unito al 6% della lega, al 21% di Grillo, a FI costituisce una stabilizzazione della sindrome.
L’idea d’Europa è stata realmente difesa e propugnata da poche forze politiche, l’astensionismo tenderà a consolidarsi e probabilmente ad aumentare.
Vero
Si confermerà la resilienza delle forze politiche tradizionali, Forza Italia non dovrebbe scendere sotto il 10 %, M5S non dovrebbe scendere troppo sotto il 20% e PD non dovrebbe scendere sotto il 28%.
La linea di resistenza di FI è forse superiore al 10% potremmo dire che è la percentuale ora ottenuta, il 16% valore minimo con un leader azzoppatissimo. Confermo gli altri valori.
Il PD, che a sondaggi aperti era arrivato al 33%, potrebbe perdere qualche punto per l’eccesso di fretta inconcludente di Renzi attestandosi sul 30%.
Qui ho sbagliato la previsione, continuo a non amare Renzi e non ho colto che il suo attivismo, la sua spregiudicatezza, la sua generosità egocentrica, la sua esibita forza e resistenza hanno avuto effetto. Ha avuto effetto anche il terrorismo verbale di Grillo che ha impaurito i moderati di centro che sono confluiti su Renzi, visto come ancora di salvezza. Ho sottovalutato l’effetto combinato della figura di Renzi con la realtà di un partito strutturato e radicato sul territorio, l’impegno di Bersani, la rete di personaggi che precedevano l’era Renzi e che si sono allineati collaborando.
M5S perde i voti di sinistra, di quelli che volevano dare un segno e che hanno visto risultati inesistenti, quelli che si sono fidati di Fo, perde i voti di coloro che vedono il movimento trasformarsi in centro di potere che distribuisce poltrone, perde i fascisti che possono tornare a casa, guadagna però altri delusi del centro destra. Bilanciando questi flussi si dovrebbe attestare sul 28 %.
In questo caso ho sopravvalutato la stima anche se l’analisi dei flussi era forse corretta. Grillo ha sciupato il suo potenziale e forse ha decretato la fine del suo movimento mostrando il modo chiaro che puntava al tanto peggio tanto meglio, che non voleva strutturare in modo democratico la sua forza politica, che era incapace di prendere posizione rispetto alla realtà vera. Se avesse deciso come la lega di allearsi con la Le Pen avrebbe attratto qualche voto dall’astensionismo, dalla destra estrema, dagli stessi moderati che avrebbero visto nel M5S un voto utile e non solo di protesta velleitaria. Il suo estremismo ha ricompattato le forze che intendeva abbattere.
FI al massimo recupera fino al 15%.
Sono stato sotto di 2 punti per i motivi simmetrici che mi hanno fatto sottostimare il PD. Sarebbe stato esatto se Grillo non avesse ecceduto spaventando gli anziani che avevano sempre votato Berlusconi.
Avanza da questo conto un 25% che potrebbe distribuirsi per un 10% nel centro (Alfano, Monti, Casini & C), 5% fratelli d’Italia, 5% Lega e 5% Tsipras.
Il residuo non è stato il 25% ma il 23%, il centro è stato prosciugato da Renzi per la paura di Grillo, fratelli d’Italia si sono fatti scippare dalla Lega i voti alla Le Pen .
Insomma non sono un gran commentatore politico, mi consola però il fatto che questo risultato non era stato previsto da nessuno, nemmeno dallo stesso PD che a un certo punto se l’è vista brutta.
Bellissima la scenetta di ieri sera di Mentana che, partito dagli iniziali exit poll compatibili con il sorpasso tanto atteso e sperato dalla maggior parte dei giornalisti che aveva raccolto nel suo studio, vedeva crescere le stime del PD osservandole come una frana, in certi momenti la sua espressione era sconvolta e dispiaciuta, era quasi impallidito.
Ora vedremo se Renzi è all’altezza del compito, Pirro insegna. Ha alcuni grandi problemi: una Europa che si sposta a destra, riscopre la xenofobia, il nazionalismo, il fascismo, il localismo spinto. La crisi economica, il debito pubblico. Per me Renzi è ancora Mattia il gradasso, potrebbe diventare un grande leader se valorizzasse pienamente innovandolo e purificandolo il partito democratico. Diventerà un grande leader se parlerà al popolo dicendo la verità, senza edulcorarla con false speranze e mezzucci che valgono solo a breve.
Insomma sono per certi versi felice, per altri molto preoccupato.
Ultimi due commenti su Francia e Inghilterra.
La vittoria della Le Pen dimostra che leggi elettorali maggioritarie che non consentono la rappresentanza a forze che valgono il 10% le irrobustiscono e le portano alla vittoria. Attenti all’Italicum!
La deriva antieuropea inglese e la sottostante crisi economica e sociale dell’Inghilterra non dipende dall’Euro. Loro hanno la sterlina che possono stampare a iosa eppure … Il problema non è l’euro ma la cultura, la vita, il sentimento dei popoli.
Ciò che è mancato in questa campagna elettorale, in questi anni di crisi e di difficoltà è stato un messaggio unificante, è mancata una visione, sono mancati gli intellettuali, sono mancati i maestri … forse è mancato anche un nemico.
Categorie:CinqueStelle, Politica
Caro Raimondo,
“La vittoria della Le Pen dimostra che leggi elettorali maggioritarie che non consentono la rappresentanza a forze che valgono il 10% le irrobustiscono e le portano alla vittoria. Attenti all’Italicum!”. Condivido completamente questo parágrafo, e da sempre sono assolutamente favorevole al proporzionale (e alla fine del sistema V Repubblica): anche se ahimé le cause dell’ascesa del FN in questo paese vanno al di là di questo, sono antiche e profonde… Meglio l’Italia, per una volta, anche se a me sembra che Renzi più che il partito comunista abbia rifondato la Democrazia Cristiana, cui il nuovo PD assomiglia anche nelle percentuali… Ma certo, meglio una DC rifondata, e speriamo più progressista e meno corrotta della precedente (non ci vorrà molto), ai venti oscuri che soffiano sulla Francia – e su gran parte dell’Europa… Perché queste, non scordiamocelo, non erano elezioni francesi, italiane o greche, ma europee… Grazie per il tuo blog. Giuseppe (S.)
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Grazie di questo commento, ci stavo riflettendo ancora perché la situazione francese è emblematica. Aggiungo che, se non ricordo male, il paese che bloccò l’adozione di una costituzione europea fu proprio la Francia che fu anche la nazione che impose un regime risarcitorio tale alla Germania da scatenare la reazione nazista. Scusa l’approssimazione di queste considerazioni ma credo che ogni paese porti sulla propria coscienza piccole e grandi colpe e nessuno è immune dalle tentazioni più pericolose per la pace ed il progresso.
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Caro Raimondo, uso il web, ma anche lo temo, per l’immediata “pubblicità” come per la sua velocità – e adesso mi sembra che occorrano anche riflessioni lente e private… Ma con una battuta, per quel riguarda la Francia “nella storia”, mi verrebbe da dire che il problema sono le forze, politiche e prima ancora culturali (con una solida tradizione xenofoba e antisemita), che hanno reso possibile Vichy, come anche la difficoltà, la lentezza con cui si affrontano le zone torbide di questa propria storia, o anche le si censurano (Vichy, appunto; ma anche lo schiavismo, l’Algeria, il possibile ruolo nel genocidio in Rwanda) – insomma, la Francia, il luminoso paese dei Droits de l’homme, ha un lato oscuro, e senz’altro una pancia potenzialmente fascista, come l’Italia del resto, anche se attraverso un diversissimo itinerario storico. Ed ecco che la crisi lo riporta a galla, come altrove: e l’Europa perde i pezzi… Quanto all’Italia e all’ascesa di Renzi è tutto troppo fresco perché me la senta di parlarne, appunto, pubblicamente – solo una confessione: il “ragazzo” non mi piace, con lui vedo rinascere una sorta di più agile democrazia cristiana del terzo millennio, anzi, per certi versi mi fa persino pensare a Berlusconi… ma a questo punto, visto quel che è successo in Italia negli ultimi decenni, e quel che sta succedendo intorno, speriamo che faccia qualcosa, non “di sinistra” (non è nelle sue corde), ma almeno di semplicemente efficiente, e democratico…
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