Complotti?

Ai pesciolini rossi che nuoticchiano al Corriere e che hanno pubblicato l’articolo di quel personaggio anglosassone  sempre incombente nel dibattito politico italiano che gode di un cognome eccellente da  nobel dell’economia, il presidente Napolitano ha indirizzato una lettera formidabile.

pesce

La riporto integralmente perché vale la pena di averla sott’occhi.

Gentile Direttore,
posso comprendere che l’idea di “riscrivere”, o di contribuire a riscrivere, “la storia recente del nostro Paese” possa sedurre grandemente un brillante pubblicista come Alan Friedman.Ma mi sembra sia davvero troppo poco per potervi riuscire l’aver raccolto le confidenze di alcune personalità (Carlo De Benedetti, Romano Prodi) sui colloqui avuti dall’uno e dall’altro – nell’estate 2011 – con Mario Monti, ed egualmente l’avere intervistato, chiedendo conferma, lo stesso Monti.

Naturalmente non poteva abbandonarsi ad analoghe confidenze (anche se sollecitate dal signor Friedman), il Presidente della Repubblica, che “deve poter contare sulla riservatezza assoluta” delle sue attività formali ed egualmente di quelle informali, “contatti”, “colloqui con le forze politiche” e “con altri soggetti, esponenti della società civile e delle istituzioni” (vedi la sentenza n.1 del 2013 della Corte Costituzionale).

Nessuna difficoltà, certo, a ricordare di aver ricevuto nel mio studio il professor Monti più volte nel corso del 2011, e non solo in estate: conoscendo da molti anni (già prima che nell’autunno 1994 egli fosse nominato Commissario europeo su designazione del governo Berlusconi), e apprezzando in particolare il suo impegno europeistico che seguii da vicino quando fui deputato al Parlamento di Strasburgo. Nel corso del così difficile – per l’Italia e per l’Europa – anno 2011, Monti era inoltre un prezioso punto di riferimento per le sue analisi e i suoi commenti di politica economico-finanziaria sulle colonne del Corriere della Sera. Egli appariva allora – e di certo non solo a me – una risorsa da tener presente e, se necessario, da acquisire al governo del paese.

Ma i veri fatti, i soli della storia reale del paese nel 2011, sono noti e incontrovertibili. Ed essi si riassumono in un sempre più evidente logoramento della maggioranza di governo uscita vincente dalle elezioni del 2008. Basti ricordare innanzitutto la rottura intervenuta tra il Pdl e il suo cofondatore, già leader di Alleanza Nazionale, il successivo distacco dal partito di maggioranza di numerosi parlamentari, il manifestarsi di dissensi e tensioni nel governo (tra il Presidente del Consiglio, il ministro dell’economia ed altri ministri), le dure sollecitazioni critiche delle autorità europee verso il governo Berlusconi che culminarono nell’agosto 2011 nella lettera inviata al governo dal Presidente della Banca Centrale Europea Trichet e dal governatore di Bankitalia Draghi.

L’8 novembre la Camera respinse il rendiconto generale dell’Amministrazione dello Stato, e la sera stessa il Presidente del Consiglio da me ricevuto al Quirinale convenne sulla necessità di rassegnare il suo mandato una volta approvata in Parlamento la legge di stabilità. Fu nelle consultazioni successive a quelle dimissioni annunciate che potei riscontrare una larga convergenza sul conferimento a Mario Monti – da me già nominato, senza alcuna obiezione, senatore a vita – dell’incarico di formare il nuovo governo. Mi scuso per aver assorbito spazio prezioso sul giornale da lei diretto per richiamare quel che tutti dovrebbero ricordare circa i fatti reali che costituiscono la sostanza della storia di un anno tormentato, mentre le confidenze personali e l’interpretazione che si pretende di darne in termini di “complotto” sono fumo, soltanto fumo.

Con un cordiale saluto. Giorgio Napolitano
presidente della Repubblica

Di questi fatti siamo stati diretti testimoni e continuo ad essere molto grato al Presidente che affettuosamente chiamo re Giorgio.

Ma visto che ormai il complottismo è un vizietto di tutti noi che ci appassioniamo sulla rete a commentare la vita politica aggiungo questa considerazione.

Perché il Corriere pubblica ora l’articolo di Friedman per farci riraccontare con il suo accento volutamente aglosassone quello che noi sapevamo benissimo e che seppure controvoglia avevamo accettato ed anzi approvato come cura indigesta per uscire da un pericolo gravissimo? Il Corriere è ignaro del fatto che M5S ha messo in stato di accusa il presidente di fronte alle camere e che si è alla ricerca di prove del suo tradimento della Costituzione? Qual è il gioco del Corriere, oltre quello di recuperare un po’ di copie e di uscire dalla crisi economica che lo sta strozzando?

Chi segue questo blog sa come la penso: è il Corriere che ha inaugurato e alimentato la rivolta anticasta  contro tutti i politici di qualsiasi partito di destra, di sinistra di centro, sono gli americani che hanno un vitale interesse di indebolire l’Europa, l’Euro e lo possono fare solo sguinzagliando nella periferia del nostro continente movimenti populisti e xenofobi.

Dopo che Bruxelles sarà distrutta e l’Europa sarà teatro dei suoi tradizionali contrasti e scontri arriverà il settimo cavalleria sotto la bandiera stelle e strisce a mettere ordine e riportare sui loro scranni le antiche famiglie principesche che ora stanno mestamente emigrando nei loro castelli dorati. Nessuno mi toglie dalla testa che lo straordinario successo elettorale di M5S non veda lo zampino di qualche esperto anglosassone, magari qualche informatico con cui hanno fatto affari e che ha appreso tecniche di persuasione di massa. Parlo del dott. Casaleggio.



Categorie:CinqueStelle, Politica

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  1. Disperati, irresponsabili, pavidi | Raimondo Bolletta

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