Perdita di senso

Il passaggio effimero del renzismo, fenomeno costruito ad arte dai mass media per arginare il disastro che una disfatta della destra berlusconiana poteva provocare sia a livello economico sia a livello degli equilibri sociali, sarà probabilmente segnato dalla perdita di senso, dallo smarrimento del significato delle cose che il prode Matteo vorrebbe fare.

Voleva rottamare i vecchi? Ha fatto fuori solo Bersani resuscitando un moribondo Berlusconi, scopiazzando il programma di un  comico¹ ultrasessante ormai decotto nel mondo dello spettacolo, aggrappandosi ad una vecchissima quercia che non ce la fa più e rischia di schiantare sotto il peso della responsabilità e delle folate di vento innovativo.

Ha portato alla ribalta una generazione piuttosto incompetente, impreparata, priva di esperienza ma molto arrogante e desiderosa di potere e prebende tanto da far rimpiangere cinquantenni essi stessi in via di prepensionamento coatto. Matteo contratta con un settantenne² intelligente, furbo, colto e pratico di cancellerie dopo che l’ha rottamato impedendone la candidatura al parlamento ed esiliandolo all’estero.

Voleva far velocemente ciò che il pisano³ non aveva saputo fare speditamente: la legge elettorale un gioco da ragazzi, basta mettersi d’accordo e avremo un governo stabile il giorno successivo alle elezioni, tagliando le minoranze e regalando premi di maggioranza da repubblica centroamericana. In tre giorni ha resuscitato un morto ma in 100 non ha concluso nulla ed ora ne chiede mille, tre anni per cambiare di verso alla Repubblica.

La velocità è il suo marchio e continua ad agitarsi fissando scadenze che sistematicamente vengono disattese. Arriba arriba diceva un topino di tanti anni fa. speedy-gonzalez-laboratorio Ma la fretta e la tempestività sono necessarie di fronte alle emergenze economiche in cui in una settimana si possono bruciare fiumi di denaro e migliaia di posti di lavoro.

Tanta fretta per la riforma del Senato, ma tranquilli statesereni!  quando si parla delle scadenze autunnali dell’economia. Si vedrà, ci vuole prudenza. Legge delega sul lavoro, quello può attendere. 800 decreti da emettere o attuare, vedremo, una eredità eccessiva di Tremonti, Monti e Letta.

Togliamo il Senato aboliamo le province per risparmiare ma poi scopriamo che i costi della rappresentanza sono una frazione irrilevante rispetto a bilanci irriducibili, le strade provinciali vanno manutenute, così le scuole, la macchina del Senato rimane attiva con senatori nominati e non più eletti.

Quindi non si risparmia ma si riduce gli spazi della democrazia. Il cuneo fiscale diventa un obolo che ora va esteso a tutti i poveri, non solo a chi lavora e guadagna poco. Ma di questo avevo già scritto nel mio blog. Nella furia dell’efficientismo del megalomane ci si può dimenticare il senso di ciò che si fa, capita. Si voleva ridurre il costo del lavoro riducendo la pressione sui redditi bassi, in realtà si riducono i servizi e si dà un piccolo obolo che viene riprelevato con l’inasprimento di altri voci fiscali.

Capita a coloro che giocano con le parole e credono di imbambolare il compratore usando la figura retorica dell’ossimoro. Molti di noi hanno votato PD pensando di votare a sinistra ma ora hanno i dubbio che il risultato abbia un senso diverso, un significato imprevisto. Perdita di senso.

1) Grillo  2) D’Alema 3) Letta



Categorie:CinqueStelle, Riflessioni personali

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  2. Homo renzianus | Raimondo Bolletta

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