Scudo legale?

In alcuni post dedicati alla situazione della scuola che si preparava alla riapertura di settembre ho sostenuto l’opportunità che ci fosse un alleggerimento delle responsabilità dei dirigenti scolastici e pensavo a forme di depenalizzazione e a qualche forma di scudo legale.

Questo in effetti contraddice un’altra mia convinzione secondo cui occorre elevare il livello della responsabilità individuale e collettiva facendo maturare l’idea tipica delle persone adulte del ‘chi rompe paga e i cocci sono suoi‘.

Ulteriore idea guida di questo blog è che, in situazioni complesse, sia difficile dirimere con chiarezza responsabilità, verità e falsità, utile e dannoso, miglioramento e peggioramento etc. … anche per questo l’epilogo di medio termine di questa pandemia non potrà essere l’accendersi di un sistematico contenzioso legale contro lo Stato e i suoi servitori.

Questa ulteriore riflessione sull’argomento è anche in risposta alla domanda di una amica: tu cosa intendi per depenalizzare?

Per rispondere parto da una considerazione generale. Che cosa orienta le nostre scelte individuali, quelle che coinvolgono altri, quelle che condizionano intere comunità o apparati e che dovrebbero produrre il miglioramento? L’ambizione di primeggiare, di arricchirsi, il desiderio di fare del bene, il proprio piacere personale, la paura di subire punizioni, il narcisismo, l’amore per la propria professione, … L’imprenditore spera di aumentare il proprio patrimonio e di realizzare una propria idea, il manager ha in mente un obiettivo a breve e molti altri a lunga scadenza accumulando successi e compensi per primeggiare rispetto ad altri con i quali è in perenne competizione, il genitore lavora per il benessere della propria famiglia, … ovviamente questi esempi si possono replicare al femminile.

Quando il sistema scolastico, prima della crisi sanitaria attuale, attraversò il periodo altrettanto difficile della crisi economica successiva alla crisi finanziaria pandemica del 2008, che questa volta proveniva dagli Stati Uniti, si trovò a far fronte a una riduzione di risorse e ad una richiesta di maggiore efficacia e quindi di efficienza. Il motore che si ritenne allora capace di innescare processi virtuosi fu la competizione tra scuole, tra regioni, tra paesi, competizione che si riverberava sull’azione dei singoli insegnanti e sull’impegno degli studenti. A seconda dei contesti culturali e delle situazioni economiche locali, la posta in gioco nella competizione poteva avere effetti molto blandi o molto duri, nel Regno Unito interi istituti scolastici potevano essere ristrutturati radicalmente e i dirigenti licenziati in tronco in caso di bassi rendimenti nelle graduatorie di scuole, in Italia tutto trovava una giustificazione sociologica e nessun dirigente ha perso il posto per basso rendimento della scuola, giustamente …

Ora la pandemia ha stravolto questi equilibri introducendo anche nella scuola un livello di rischio altissimo ed immediatamente verificabile come quello della salute. Dopo la prima ondata di primavera, sanitari e manager hanno dovuto rispondere, spesso in solido, di errori ed inefficienze emerse nella gestione sanitaria della pandemia e si sono moltiplicate le associazioni dei parenti che hanno chiesto indennizzi economici per la morte di vecchietti che avevano da tempo dimenticato in qualche RSA di montagna. Giustissimo farlo in caso di errori colpevoli, meno condivisibile la possibilità di lucrare un indennizzo da uno Stato pantalone che elargisce a piene mani risarcimenti senza ottenere in cambio perdono e comprensione.

Il modello competitivo, la voglia di far meglio degli altri non è più sufficiente in un contesto ad alto rischio, le norme diventano stringenti e dettagliate e sono spesso corredate da pene sotto forma di multe o addirittura di arresto. In tale contesto la principale preoccupazione del responsabile di un qualsiasi livello decisionale è di tutelarsi. Quante prescrizione mediche di ulteriori accertamenti diagnostici sono fatte per evitare qualche rivalsa successiva anche se il medico è convinto che quelle analisi sono inutili? quante scelte organizzative sono state adottate pedissequamente nelle scuole senza molta convinzione al solo scopo di sgravare la dirigenza della possibilità che ci possano essere in seguito le rivalse delle famiglie in casi di studenti contagiati? Forse in molti casi un clima più disteso avrebbe consentito l’adozione di soluzioni più efficaci anche se meno ligie al dettaglio delle norme.

Da un lato ci sono normative più esigenti con sanzioni nuove e dall’altro si è diffuso un clima aggressivo da parte dei cittadini sempre più sospettosi ed esigenti che pretendono dalla scuola qualità didattica e sicurezza sanitaria. Un quadro che probabilmente ha appiattito radicalmente molte opzioni e molte pratiche virtuose che l’autonomia e la fantasia del corpo docente e dell’intera comunità scolastica nel tempo avevano maturato.

Nessun sistema pubblico o privato che provochi assembramenti di un gran numero di soggetti è al sicuro al 100%, si può ridurre la probabilità del contagio ma non azzerarla se non c’è la collaborazione intelligente di tutti i singoli attori.

Ferme restando tutte le disposizioni e le sanzioni vigenti nella normalità (nessuno vuol depenalizzare il furto, il danneggiamento, la corruzione, la pedofilia e quant’altro può essere perpetrato nel sistema delle diecimila scuole italiane), forse si poteva depenalizzare l’evento legato all’infezione dal COVID in situazioni collettive legalmente autorizzate in cui le norme previste anti COVID fossero state rispettate. Ciò sia per ridurre un contenzioso che paralizzerebbe la giustizia definitivamente sia per ridare respiro alle energie vitali che dentro la scuola possono contribuire attivamente alla sconfitta del virus. Insomma per poter eventualmente perseguire i negazionisti o gli organizzatori delle baraonde festaiole estive non si può far vivere nelle paura chi, rischiando la propria salute e la propria vita, tiene aperto un servizio pubblico essenziale come è la scuola e come sono gli ospedali. Ovviamente l’elenco dei contesti in cui concedere uno scudo legale potrebbe essere più lungo.



Categorie:Coronavirus, Cultura e scuola

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