Sgretolamento della democrazia 3

In queste ore si vanno realizzando in Campidoglio molte delle tante ipotesi che i più prudenti di noi avevano formulato sul nuovo governo grillino della città.

C’è poco da commentare, molti di coloro che hanno votato Raggi sapevano di innescare una piccola bomba che doveva scardinare il sistema di potere della città. Ciò sta accadendo non attraverso decisioni e azioni razionali e pianificate ma con tentativi maldestri da parte di gente incompetente e presuntuosa ormai già corrotta del tutto dall’esercizio del potere.

Raggi & C erano stati consiglieri durante la sindacatura di Marino e hanno avuto ben tre anni per imparare, per conoscere i problemi, per saper individuare le forze che agivano dentro il Campidoglio. Ora si comportano come mammolette ignare che scoprono solo adesso chi era il dott. Cerroni o come funziona il sistema di raccolta e smaltimento della monnezza. Hanno promesso di moralizzare la spesa e invece nominano amici e compagni di merenda senza gare né trasparenza, assegnano contratti succulenti con compensi d’oro esattamente come accadeva prima con i vecchi politici.

Chi legge questo blog ricorda forse che avrei votato la Raggi se avesse presentato una squadra convincente, non l’ha fatto nei tempi promessi perché non ce l’aveva, né aveva fatto uno sforzo serio per abbozzare una lista. Penso che la giovane avvocatessa sia anche un po’ pigra oltre che incapace. Hai un progetto, un sogno, una idea la condividi, la comunichi a chi stimi, cerchi collaborazioni competenti vere, adesioni forti. Se chiami una magistrata capo sezione le dici che c’è da fare una rivoluzione e le chiedi per tre o quattro anni di guadagnare  di meno perché era ciò che avevi promesso alle elezioni.

Naturalmente nella rete ora troviamo i piagnistei vittimistici dei pentastellati che gridano al complotto, ora si scopre che all’origine di tutto è quel demonio di Renzi.

La verità è che ora si paga la scarsa qualità della leadership del sindaco, l’assenza di un programma dettagliato, il peso di un minestrone di promesse varie e incoerenti tenute insieme solo dall’onestà, il ricatto di chi dietro le quinte ha consentito un successo peraltro non travolgente. Sarà vero quello che dice il DG dell’Atac secondo cui i sindacatini che hanno spesso bloccato la città hanno ripreso vigore e si sentono protetti dai nuovi politici?

In realtà la questione non riguarda in modo specifico la Raggi o il M5S è un problema istituzionale che ci terremo anche quando tra qualche anno l’onda anomale del grillismo sarà sparita.

La vicenda di Roma e della formazione della giunta mette in evidenza un problema di cui non mi ero sin qui chiaramente reso conto. La legge che regola i comuni, e che andrebbe al più presto cambiata, non solo riduce il consiglio a mera funzione di supporto al sindaco pena lo scioglimento e nuove elezioni ma lascia al sindaco il potere illimitato di scegliersi i consiglieri di sua fiducia. Insomma noi cittadini andiamo due volte a votare senza poter dir nulla sulla giunta. Gli assessori sono allora o dei politici potenti che supportano e ricattano il sindaco o dei tecnici spesso presi dalle burocrazie amministrative e giudiziarie che operano senza un mandato se il programma politico del sindaco vincente non è sufficientemente chiaro ed operativo.

Insomma un simulacro di democrazia che non assicura la competenza ma solo l’equilibrio dei poteri forti. E’ per questo che la Raggi vacilla perché senza programma e senza una base elettorale personale è destinata ad obbedire ai dictat del partito e dei poteri che l’hanno eletta, come in fondo aveva già promesso di fare prima delle elezioni.

E’ di queste ore l’annuncio di una lettera dei consiglieri 5stelle che richiamano la Raggi a rispettare i principi del movimento. La poverina dovrà forse smettere di scimmiottare il gran decisore che sta a Palazzo Chigi.

Riporto qui quanto scrivevo il 9 giugno scorso con un occhio rivolto al problema del maggioritario. 

L’esito delle votazioni a Roma dovrebbe farci riflettere, il maggioritario drogato da premi esagerati è un rischio troppo grave per tutti.

Riassumendo, più del 40% dei romani aventi diritto al voto non ha votato. Lascia agli altri decidere, non c’è nessuna proposta che li soddisfa, non si fidano di nessuno, o si fidano di tutti tanto la realtà non può cambiare.

La forza più grande e più coesa il M5S raccoglie il consenso del 20% dei cittadini, tutte le altre forze stanno sotto al 15 reale, la sinistra vera raccoglie il 3% vero, i fascisti circa il 12% ….

Se fossi nella Raggi, ma si sa io sono un po’ un codardo, mi chiederei se non sia temerario prendere le leve del comando da soli contro tutti, avere sin dall’inizio contro l’80% della popolazione, 80% di scettici, di indifferenti, di contrari o addirittura di loschi figuri.

Due giorni fa sono stato per quaranta minuti ad aspettare il 46 a corso Vittorio, una esperienza che vale una indagine sociologica sulla città di Roma e sui suoi abitanti.

Alla fermata ho ascoltato di tutto, una rabbia cinica e disperata condivisa dalla signora bene elegante e dal borgataro grasso e sfatto con la maglietta stretta e puzzolente. Mi chiedevo, ma come farà il nuovo sindaco?

Salito sull’autobus, finalmente, mi è sembrato di stare su un carro ferroviario per deportati, turisti seduti per terra, acqua che entrava dal soffitto in cui la chiusura di emergenza era stata aperta da qualcuno che si sentiva soffocare, turisti esterrefatti ma silenziosi come dovessero espiare i loro peccati, vero erano a Roma per l’anno santo e questo era forse una rito penitenziale … solo a un certo punto l’autista ha creduto bene di accendere l’aria condizionata quando ormai l’ambiente era troppo saturo di puzza e di umidità. Il borgataro grasso, sfatto e piuttosto sporco rivolgendosi al suo vicino dice sottovoce, con un tono dolce e severo, come farà quella povera Raggi, ndo mette le mani? Anche Giachetti è un incosciente temerario, la sua base di consenso è ancora più esigua e il suo partito è ancora meno affidabile della setta di Raggi.

I risultati di Roma dimostrano due cose:

  • c’è un’inerzia dovuta alle matrici identitarie e ai blocchi sociali di appartenenza che si modificano lentamente. Destra e sinistra sopravvivono nonostante tutto, la dimostrazione è la Meloni da un lato e la costanza dell’elettorato PD nonostante tutti i mugugni e le insoddisfazioni contro Renzi,
  • un terzo circa dei votanti si schiera con una forza che non vuole allearsi con le altre.

Questo è vero a Roma ma è vero in tutto l’occidente, il lento superamento del bipolarismo destra e sinistra genera una forza nuova  che impedisce la vecchia alternanza tra due forze principali che oscillano intorno al 50%

Due sole sono le strade possibili:

  1. il proporzionale puro e l’esistenza di una democrazia parlamentare che crea nell’assemblea le maggioranze necessarie alla soluzione dei problemi man a mano che questi si prospettano, gli inciuci secondo la dizione renziana,
  2. premi di maggioranza tipo quelli previsti dall’italicum con tutti i rischi che questo comparta, potere eccessivo ad una sola piccola parte troppo minoritaria e facilmente manipolabile dai poteri forti. In un sistema tripartito con tante forze residuali piccolissime, bastano piccoli spostamenti di voti per ribaltare radicalmente la situazione. Di qui la grande forza dei mass media che non hanno bisogno di spostare le masse ma solo di gestire movimenti residuali.

Il caso spagnolo è emblematico, lo stallo determinato dal potere di interdizione di Podemos non sappiamo se e come si risolverà, non possiamo escludere che alla lunga non possa determinare il definitivo sgretolamento della Spagna come stato nazionale, d’altra parte una terribile guerra civile è storicamente recente.

Più ci penso e più mi convinco che i premi di maggioranza se sono una necessità pratica per decidere e operare dovrebbero essere a tempo, ad esempio 2 anni su 5 di mandato. In pratica gli eletti con premio di maggioranza decadono comunque dopo 2 anni, se nel frattempo nell’assemblea si forma una nuova maggioranza, quella continua a legiferare e tener in piedi il governo altrimenti si torna a votare. Immaginate quanto l’avventura di Renzi sarebbe stata radicalmente diversa con una regola del genere.

Ovviamente l’altro estremo è il modello della democrazia diretta tramite click elettronico secondo il modello 5S. Naturalmente se venisse adottata realmente il nuovo sindaco di Roma, qualsiasi esso sia, camperebbe poche settimane perché la plebaglia che aspetta l’autobus o la metropolitana o subisce lo schizzo della pozzanghera su cui sfreccia la macchina del riccastro di turno tornata a casa si attaccherebbe al proprio personal e invierebbe un click di censura senza remissione. Sarebbe un giacobinismo sistematico.

C’è anche un altro modello, se i problemi sono così gravi e se occorrono cure dolorose, legge marziale e via andare! … altro che inciuci e costituzioni e parlamenti. Pensate che risparmio!

dittatori



Categorie:CinqueStelle, Legge elettorale, Politica

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3 replies

  1. La legge sui sindaci ha instaurato nuovamente il potestà di fascistica memoria. Tangentopoli è servita soltanto per distruggere la Democrazia. Se te ne accorgi solo adesso perché anche tu ti eri illuso che i comunisti erano altra cosa. Il PCI era il m5s degli anni ’70 e ’80.

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    • La riforma elettorale dei comuni non la volle solo il PCI, credo che responsabilità siano state più diffuse. Non scopro oggi questa realtà che ho già segnalato in vari post del mio blog come la vera responsabile del degrado progressivo della qualità del personale politico. Non mi dare della mammoletta ma in effetti la vicenda Raggi mette a nudo più che mai portandola alle estreme conseguenze le forzature antidemocratiche della scelta maggioritaria in nome della stabilità del governo dei comuni. Una ragione in più ora per resistere alla riforma Renzi della costituzione e all’Italicum.

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