Ieri ho ripreso un mio post dello scorso anno per mostrare che il passo svelto di Renzi non ci ha fatto avanzare moltissimo, la legge elettorale è lì oggetto dello scontro politico non solo tra i due ex compari del patto del Nazareno ma anche all’interno del PD in cui la sinistra ormai non può più traccheggiare con espedienti discutibili.
Nel frattempo siamo regrediti, pochi di noi sono informati in modo dettagliato e ritengono che in fondo una soluzione vale l’altra. Così qualche giorno fa mi sono trovato a non saper spiegare ad un mio interlocutore come funzionasse il ballottaggio previsto dall’Italicum se nessuna lista raggiunge il 40%.
La mia ignoranza non dimostra che tutti sono ignoranti, è vero, ma il sospetto che anche qualche parlamentare non abbia le idee del tutto chiare sorge spontaneo. In questa epoca renzista la magia delle parole ne oscura il significato vero: ballottaggio fa pensare al sistema francese e tanto basta per pensare che sia accettabilmente di sinistra.
Mi sono documentato e, se ho capito bene, il ballottaggio dell’Italicum non è il ballottaggio alla francese che ripete la votazione nei collegi in cui non si è raggiunta al maggioranza. Nel caso italicum, se un partito non raggiunge il 40% si rifanno le elezioni in tutto il territorio nazionale e concorrono solo le prime due liste. Chi vince prende 340 seggi e i restanti 277 si ripartiscono proporzionalmente tra gli altri partiti.
Questa scelta è paradossale e pericolosa per molti motivi, il primo e fondamentale è che un partito che non raggiunge il 40% in un paese in cui vota il 50% degli aventi diritto, cioè che raccoglie il consenso del 15 – 20% degli elettori possa avere 340 seggi contro i 277 di tutti gli altri partiti. Quindi sull’altare della governabilità si sacrifica una regola fondamentale della democrazia quello della rappresentanza ‘abbastanza’ proporzionale.
Il secondo motivo di preoccupazione è che in un sistema tripartito o quadripartito come il nostro, cioè in un sistema in cui alla sinistra e alla destra tradizionali si stanno affiancando, forze che Ridolfi denomina con Pluto, questa modalità di elezione possa conferire la maggioranza assoluta in Parlamento ad una forza che potrebbe aver raccolto nella prima tornata il 20% dei voti, cioè il 10% degli aventi diritto.
Che questo possa succedere è dimostrato dal paradosso di Condorcet illustrato nell’articolo di Ridolfi, secondo cui nelle preferenze elettorali non vale la proprietà transitiva ma una sorta di circolarità del tutto imprevedibile. Se ci sono tre proposte D, S e Pluto che si scelgono due alla volta, può succedere che S sia preferita a D, che D sia preferita a Pluto, ma può succedere che Pluto sia preferito a S. Nel caso italiano, al partito renziano si contrapporrebbe una pletora di forze molto piccole tra le quali spiccherebbero Berlusconi, Salvini e Grillo. In caso di ballottaggio, se cioè Renzi avesse perso, come probabile, lo smalto del 40% alle europee, nel ballottaggio gli elettori Pluto potrebbero convergere sul secondo votato e Pluto vincerebbe.
Poco male direte voi se non fosse che il terzo incomodo, il Pluto della situazione non fossero forze destabilizzatrici, antieuro, anti Europa, populiste, xenofobe o fasciste.
In sostanza il ballottaggio come è previsto dall’Italicum senza una destra e una sinistra solide e diffuse diventa un azzardo, come tirare in alto una moneta e decidere così chi governerà senza limiti per cinque anni.
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