Punti fermi

Un mio amico su FB così scrive: Avevo deciso di tornare a votare, ho molto sperato che il tentativo di Pisapia avesse il successo che meritava. Non è stato così, purtroppo. Dopo molte incertezze mi ero quasi convinto di votare LeU. Poi sono arrivate la proposta sulle tasse universitarie e la decisione di non appoggiare Gori in Lombardia. No, non ci siamo … Ora sono di nuovo in alto mare. Bonino? Ancora astensione? 
Mai votato radicale, chissà …

Molti di noi in questi giorni cominciano a pensare al prossimo voto, alla scelta che dovranno fare. Alcuni hanno le idee chiare e non nutrono alcun dubbio, altri combattono nell’incertezza resa più lancinante dalla confusione dei dibattiti, dalle paure continuamente alimentate da mass media che rilanciano sistematicamente  la demonizzazione degli avversari. Alla fine di ogni giornata mi rendo conto che il mio orientamento è cambiato a volte radicalmente.

Ci sono in me però alcuni punti fermi.

Centro destra

Non voterò il centro destra perché non l’ho mai votato, perché Berlusconi ha 81 anni ed è il vero ed unico propulsore di una alleanza elettorale contraddittoria che alla prima decisione impegnativa si spaccherà, non lo voterò perché proprio le contraddizioni tra Lega e Casa delle Libertà portarono alla caduta dell’ultimo governo Berlusconi con il rischio molto concreto che il paese andasse in bancarotta come la Grecia. Esperienza da non ripetere.

5 Stelle

Non voterò il Movimento 5 Stelle perché è privo di una visione, di una proposta politica, il suo pragmatismo apre le porte ai piccoli corporativismi dei ceti medi impauriti che in passato hanno prodotto in giro per il mondo i peggiori fascismi, perché in 10 anni non ha creato al suo interno una classe dirigente presentabile e competente, perché è un partito senza un dibattito democratico interno che elabori soluzioni e interpreti realmente i bisogni del popolo. L’esperienza di Roma è molto più grave e disastrosa di quanto la 7 o il Corriere o la bonomia di Mieli tendono a dirci. Ne pagheremo dolorose conseguenze per anni perché quando si scivola in un burrone è difficile fermarsi se non si ha la capacità di aggrapparsi da qualche parte. L’honestà come tale non ci può salvare, serve ben altro.

Mi rimangono quattro possibilità: Astensione, PD, LeU, Alleati del PD

Astensione

Non sono un’anima bella credo di dovermi sporcare le mani. Astenersi è certamente una scelta rispettabile ma alquanto rischiosa. Con un elettorato diviso in almeno tre parti anche piccole frazioni di voti possono fare la differenza negli esiti complessivi per cui se io fossi ad esempio di destra ma poco motivato a votare e con molti dubbi dovrei comunque andare a votare la destra, e la stessa cosa anche per le altre opzioni. Siamo in una fase politica delicata e potenzialmente catastrofica. (Quando uso la parola catastrofico intendo il significato tecnico usato nella teoria delle catastrofi: se un sistema va fuori controllo anche per piccole variazioni apparentemente inessenziali e non possiamo far nulla per rimetterlo in carreggiata si verifica una catastrofe. Fu catastrofica l’uscita dai campionati mondiali di calcio perché un semplice goal determinò una situazione imprevista e non considerata che non poteva essere più corretta. Qui alludo evidentemente, ad esempio, al problema del debito pubblico del quale si parla con superficialità ed incompetenza. Può bastare un niente perché la situazione torni ad essere incontrollabile con le nostre sole forze tanto che qualcun altro debba decidere per noi.)

PD

Ho sempre votato il PD, ma me ne sono allontanato da quando se ne è impadronito Renzi. I difetti e le colpe di questo partito sono noti ma spesso sono amplificati dalla propaganda soprattutto nei social come fosse l’impero del male. E’ l’unico grande partito non padronale con uno statuto e con una vita interna abbastanza democratica con una ideologia che almeno a grandi linee mi sento di sottoscrivere. Se non fosse così renziano, se non fosse così appiattito sulla figura di Renzi e del suo cerchio magico non avrei dubbi.

LeU

Ho votato no al referendum costituzionale, ho seguito con simpatia le scelte dei bersaniani, ho nutrito la speranza che qualcosa di positivo potesse uscire a sinistra del PD.

Purtroppo i primi passi non sono promettenti: perché fare un’unica lista quando le forze che si stanno aggregando hanno storie che difficilmente si fonderanno in un unico partito? Come stanno compilando le liste dei candidati? Ovviamente accordi di vertice, decentrati e locali ma sempre di vertice sono. Era in questa fase che le primarie per la designazione dei candidati avrebbe avuto un grande senso ed avrebbe realmente mobilitato la base dispersa. Ne scrivevo ad ottobre. Si può costruire una programma politico tutto all’opposto di quanto molti esponenti eminenti della nuova lista hanno variamente approvato nelle legislatura uscente? Si può rincorrere gli altri partiti con il lancio di sconti fiscali a freddo senza che vi sia stata una adeguata e e consapevole discussione generale? (mi riferisco alla proposta sulle tasse universitarie lanciata come uno slogan e che poteva essere invece un’idea forte per un cambiamento della politica della formazione e dello sviluppo.) Si può ignorare che le leggi elettorali del parlamento sono diverse da quelle regionali? ci vuol tanto a capire che nelle leggi regionali il voto è disgiunto e che si può votare il candidato Piddino senza sporcarsi troppo le mani? La scelta della Lombardia lasciata alle assemblee locali (siamo ancora nel 68?) è un classico esempio di stupidità: per danneggiare a dispetto il PD si rinuncia ad un possibile vantaggio in termini di seggi ottenibili con il premio per il governatore vincente … e si vince con un solo voto in più!!! E nel Lazio in cui si fa un lungo elenco di richieste programmatiche a Zingaretti come se Zingaretti non avesse governato in questi anni con la sinistrasinistra.

Insomma io spero ancora di poter votare LeU ma l’elenco degli aspetti negativi si sta allungando pericolosamente. Certo è che non voglio sentire parlare di aperture ai 5 Stelle …

Alleati del PD

Nella coalizione del centro sinistra stanno venendo fuori cespugli la cui vera composizione non è ancora chiara. Persone e programmi saranno decisivi. Ma, come scrive il mio amico di FB, la Bonino con +Europa potrebbe essere un’opzione. Perché no? Il suo messaggio è chiaro e semplice: l’Europa e la sua unità sono la salvezza di questo subcontinente e la prospettiva che può costituire il futuro delle giovani generazioni. Sì, ma sono forze di centro direte voi, hanno collaborato con Berlusconi, Bonino è una radicale, difende il capitale … Ma in fondo anch’io sono un signore benestante, possiedo titoli di debito pubblico, mi concederete di essere un po’ conservatore e moderato?

Ma Bolletta, votando gli alleati del PD voti per Renzi, qualche formazione non raggiungerà il quorum e i voti verranno spartiti nelle coalizione a favore del PD. Poco mi importa perché preferisco stoppare la volata della destra, perché non credo ai sondaggi che sopravvalutano i 5 stelle, perché se la destra non supera il 40% avremo un proporzionale in cui la sinistrasinistra e il centrosinistra potrebbero essere la prima coalizione e il PD potrebbe essere il primo partito.

Bene, a questo punto, chiudo questa riflessione un po’ strampalata che mi auguro di correggere e modificare riflettendoci meglio o ascoltando i vostri commenti. Manca più di un mese.



Categorie:Elezioni politiche 2018, Legge elettorale, Politica

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